Etica, scommesse e Gazzetta
Una riflessione sul paradosso tra il comune di Castellanza e il grande giornale sportivo che apre una agenzia di scommesse
Alla fine dell’anno in ogni settore delle attività umane e noi tutti come singoli individui si tira un bilancio. Il risultato dell’operazione a volte assume il carattere dell’ufficialità e viene comunicato al territorio o addirittura alla nazione, a seconda dei casi. Leggendo su Varesenews che il Comune di Castellanza premierà 38 gestori di “ bar etici” per avere bandito dai loro locali le famigerate macchinette mangiasoldi, ho pensato che alla fine di questo 2014 sarebbe un gesto altrettanto significativo ricordare, oppure segnalare se non premiare il Comune di Castellanza per la sua iniziativa. In effetti il gioco sta dilagando, sembra che proprio la grande crisi abbia stimolato una epocale caccia all’oro per il tramite delle numerose e diversificate opportunità offerte dall’alea. Perché queste note non possano essere scambiate per un’ipocrita predica dico subito che appartengo anche io alla categoria dei giocatori: da anni non mi nego l’euro per l’Enalotto.
Avrei smesso di dare la caccia alla sestina vincente se nel tempo non avessi azzeccato alcuni “4” che hanno ripianato il mio piccolo deficit e purtroppo però anche indotto a continuare nella mia modesta perversione. Che un tempo aveva come obiettivo magari una bella fuoriserie, ma oggi solo una di quelle magiche poltrone pubblicizzate in tv o gli accattivanti, modernissimi bastoncini da passeggio che possono trasformarti nell’ Usain Bolt della promenade dei vecchietti. Ecco, proprio colleghe d’età o altre signore più giovani spesso le ho viste scatenate nella caccia al rumore della cascatella dei gettoni del jackpot,ovvero la massima vincita offerta in quel momento. Colpiscono il silenzioso, lungo accanimento della ricerca del malloppo e l’immediato sciupio di piccole vincite: davvero è diffcile avere freni davanti a queste macchinette. Ma a proposito di gioco c’è una situazione difficile nel mondo del giornali che merita la massima attenzione: i redattori della Gazzetta dello Sport non vogliono essere coinvolti, e con loro la gloriosa rosea testata, In una operazione editoriale che prevede appunto una Gazzetta dedicata alle scommesse sulle partite di calcio.
Nulla a che fare con mafie e mondo clandestino del gioco, un mondo che ha già fatto irruzione nel calcio, quindi tutto alla luce del sole e ci mancherebbe, ma aldilà del fatto che la novità non può soddisfare chi è andato in Gazzetta per fare un lavoro di lunga e stupenda tradizione, l’abbinamento con le scommesse, sia pure garantite sotto ogni aspetto, potrà creare sensazioni inconsuete in tutto il pianeta della rosea, lettori compresi. L’editore vede in questa iniziativa una risorsa per uscire dalla tempesta che ha investito la carta stampata e anche la Gazzetta, molto cara ai varesini.
Seguirò la vicenda tifando per i redattori che meriterebbero più solidarietà e attenzione dall’opinione pubblica. Ma è pur vero che le epoche nascono e muoiono. E’ finita o quasi quella dell’ippica con i suoi giornali ricchi di previsioni e di quote delle scommesse; l’epoca del calcio è ancora un missile in ascesa e che ha acceso un altro razzo di spinta, le scommesse. Speriamo non porti fuori orbita.
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