Colombo: “Rifinanziate gli ammortizzatori sociali”

Il segretario della Cgil a tre giorni dal congresso provinciale a Ville Ponti lancia un appello al governo e uno agli altri sindacati: «Bisogna portare nelle fabbriche insieme a Cisl e Uil il testo unico sulla rappresentanza»

Il segretario della Cgil di Varese, Umberto Colombo (a sinistra nella foto), e il segretario organizzativo, Alberto Villa, sono come due maratoneti che hanno percorso 41 chilometri. Hanno compiuto lo sforzo più grande, ovvero le 1.011 assemblee a cui hanno partecipato 21.065 lavoratori. Ora manca l’ultimo chilometro e qualche spicciolo, dove nulla però è scontato, compreso il traguardo che per la Cgil è il congresso provinciale, previsto per il 6 e 7 marzo alle Ville Ponti di Varese, e dove sono attesi 365 delegati.
Le assemblee hanno dato un responso plebiscitario per il documento “Il lavoro decide il futuro”, sostenuto dal segretario Susanna Camusso, che ha ottenuto il 99,68% dei consensi, contro lo 0,32% ottenuto dalla mozione di Giorgio Cremaschi  “Il sindacato è un’altra cosa”. «Non è stato un cammino facile – spiega Colombo – perché i lavoratori hanno subìto il grande disagio che si vive in questa provincia».
Il grande disagio si chiama crisi che qui si è fatta sentire più che altrove, perché quello varesino è un territorio fortemente industrializzato. C’è però un’altra tendenza che preoccupa i vertici della Camera del lavoro varesina: la diminuzione del ricorso alla cassa integrazione, compresa quella in deroga, fenomeno che secondo la Cgil è da ricollegare al mancato rifinanziamento degli ammortizzatori sociali. Così come si teme l’aumento tendenziale della cassa integrazione straordinaria e della mobilità. «Secondo i dati dell’Inps –  aggiunge Villa – l’incidenza delle ore di cig sull’intera popolazione è superiore all’8%, contro la media regionale del 4,9%».
Al congresso la Cgil lancerà due messaggi al presidente del consiglio Renzi: garanzie sul rifinanziamento degli ammortizzatori sociali con un aumento della copertura, tendendo conto degli esodati, che in provincia di Varese non sono pochi, e  attenzione alle politiche attive del lavoro, a partire dai centri per l’impiego, notevolmente ridimensionati.
In questo periodo è molto sentito il tema del confronto generazionale, argomento usato spesso dagli avversari del sindacato per spaccare il fronte dei lavoratori rispetto a chi è già in pensione, situazione che rischia di innescare una lotta tra poveri. «Un pensionato su due non arriva a 1.000 euro lordi al mese – dice Colombo – e molti pensionati sono l’unica risorsa di figli e nipoti. Quando si incolpano i pensionati di rubare il futuro ai giovani, si dice una grande menzogna, primo perché quella pensione se la sono guadagnata con il lavoro, secondo perché in tutte le assemblee dello Spi la prima preoccupazione è per il lavoro e i giovani precari, non per la propria pensione».
Dopo il congresso, sono previsti incontri tra il Nidil, la categoria che raccoglie le nuove identità del lavoro – i precari, per intenderci – e tutte le altre categorie, mentre insieme a Cisl e Uil verranno organizzati incontri nelle fabbriche sul testo unico sulla rappresentanza sindacale. «Un tema importante – conclude Colombo – soprattutto quando si parla di settori deboli e contratti separati dove si ricorre a sindacatini gialli».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Marzo 2014
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