La Unendo Yamamay vola in finale scudetto

Davanti a 4500 spettatori Busto Arsizio vince anche gara 2 con Conegliano e va a giocarsi il titolo italiano per la seconda volta nella sua storia. Tie break da batticuore, al terzo match point decide il muro di Ortolani

Lo spettacolo è degno del palcoscenico, e il palcoscenico è degno di una finale scudetto: quella che la Unendo Yamamay conquista per la seconda volta nella sua storia, battendo Conegliano al termine di una lunghissima guerra di nervi e bissando così il successo ottenuto a Treviso in gara 1 di semifinale. La partita decisiva, iniziata in sordina con tre set dominati dalle due squadre soprattutto grazie ai rispettivi servizi, prende via via quota fino a regalare emozioni da infarto negli ultimi due set: il quarto si decide ai vantaggi dopo una decisione dubbia dell’arbitro sul punto che poteva valere il 23-20, nel quinto Busto deve recuperare dal 6-9 e Conegliano ha la palla per chiudere sul 13-14, ma il muro di Ortolani mette a tacere tutti al terzo match point. All’Imoco va riconosciuto l’onore delle armi per aver saputo riaprire la serie con grinta e carattere, visto che il livello del gioco delle venete è rimasto molto più basso di quello espresso in stagione e il numero degli errori (34 totali) lo chiarisce. Il trionfo di Busto Arsizio è meritato, anzi meritatissimo, per la sicurezza e la lucidità messe in campo dalle biancorosse a inizio partita e per la capacità di soffrire e rialzarsi dimostrata alla fine, quando le prime due qualità erano svanite. Il calo alla distanza di Michel e di Ortolani – autrice però del muro decisivo, e questo basta – è compensato dalla prestazione di Buijs, chiamata in causa per ben 62 volte da Wolosz per un totale di 25 punti, e dalla prova da incorniciare di Marcon: quasi sempre evitata dalla battuta dell’Imoco, Cisky può dare libero sfogo alle sue energie in attacco, chiudendo con un lusinghiero 40%. Alla fine il ciclo si chiude: eliminata un anno fa da Conegliano, la Unendo Yamamay si vendica delle gialloblu nel modo più crudele e strappa loro il posto in finale, aggiudicandosi per soprammercato una qualificazione alla Champions League di fondamentale importanza strategica. Il boato finale dei 4500 del PalaYamamay (presenza e incasso record) vale da solo quanto uno scudetto, ma il bello deve ancora venire: le biancorosse quel tricolore se lo giocheranno davvero, anche se non sanno ancora quando e dove. 

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LA CORNICE – Questa volta è davvero tutto esaurito: 4521 spettatori reali (la partita non era compresa nell’abbonamento stagionale) si accalcano sugli spalti del PalaYamamay, mettendosi in coda all’ingresso già un’ora e mezza prima della partita. Impianto pieno in ogni ordine di posti con parecchi spettatori anche in piedi; tra loro non mancano i VIP, come gran parte delle giocatrici di Ornavasso. Nutrita anche la rappresentanza di tifosi da Conegliano. Megafoni e tamburi si fanno sentire incessantemente per tutta la gara, e di prim’ordine è anche l’incasso: quasi 29.000 euro finiscono nelle casse della Futura.

LA PARTITA – I due allenatori non cambiano rotta rispetto a gara 1: confermate da una parte e dall’altra le formazioni titolari. Conegliano prova subito a portarsi avanti con il servizio di Barcellini (4-7), ma un controbreak di 4-0 a favore di Busto convince Gaspari a chiamare il primo time out. Un errore di Gibbemeyer regala alle padrone di casa il 10-8 e il muro di Ortolani su Fiorin vale il 12-9 alla pausa tecnica. L’Imoco prova a rifarsi sotto con Nikolova, ma la Unendo Yamamay continua a difendere alla grande e con Ortolani e Buijs infila il parziale del 16-12: gialloblu in grande difficoltà. Arrighetti certifica il predominio bustocco con il punto del 18-13 e Sloetjes, appena entrata, mette giù il 21-16; da qui, però, Conegliano risale fino al meno 2 grazie alla battuta di Nikolova. Parisi ferma il gioco e al rientro in campo è Marcon a siglare due punti consecutivi per il 23-19; Ortolani si procura 4 set point e Barcellini mette in rete il pallone del 25-20, avvicinando sempre più le biancorosse alla finale.
Equilibrato l’avvio del secondo set: Busto sbaglia qualcosa di troppo in ricostruzione, ma trova un contributo offensivo importante da Marcon (6-5). Conegliano prova a scappare 7-10 con l’ace di Barcellini, e a cavallo del time out tecnico amplia il suo vantaggio fino all’8-14 con Fiorin e Nikolova; Parisi ferma due volte il gioco, ma la ricezione continua a essere un problema e la bulgara infila un altro turno di servizio killer per il 9-17. Da qui la Yama recupera 3 punti, ma il ritardo è ormai irrecuperabile e Barcellini ha gioco facile (o quasi) per il 13-20, prima del 16-25 di Fiorin che rimette in parità il conto dei set.

Di segno completamente opposto però l’avvio del terzo parziale: Michel piazza subito due muri vincenti, Ortolani difende l’impossibile e Buijs fa volare le sue sul 4-0. L’olandese è scatenata in questo avvio e Nikolova sbaglia per l’8-3, costringendo Gaspari al secondo time out nel giro di pochi punti. La battuta della Unendo Yamamay è di nuovo efficacissima e fa impazzire Lloyd, che deve fare chilometri su e giù per il campo: la conseguenza immediata è il clamoroso 12-4 di Arrighetti. Entra Tirozzi per Barcellini, l’Imoco riduce il gap prima con il servizio di Lloyd (13-8) e poi con Fiorin (15-11); Busto però tiene a bada le avversarie con una difesa davvero entusiasmante e le affonda con Marcon e Arrighetti per il 20-14. Al di là di qualche sussulto, il parziale è saldamente nelle mani della squadra di Parisi, che lo chiude con un altro errore di Barcellini (25-17).
Gaspari ripropone Tirozzi nel sestetto titolare anche per il quarto set, ma è ancora Busto a scattare avanti: 6-4 con Marcon, protagonista in questa fase. Conegliano non molla (8-9) ma rischia di rovinare tutto con tre errori di fila per il 12-9; poi però le ospiti si riavvicinano sul 13-12 e alla fine, dopo un lungo tira e molla, pareggiano a quota 17 con Nikolova. Il sorpasso arriva sul 18-19 con Fiorin, ma è solo momentaneo: si continua a lottare punto a punto e Buijs, giocando sulle mani del muro avversario, conquista il punto del 22-20. Un contestatissimo tocco a muro fischiato ad Arrighetti sull’attacco out di Fiorin salva l’Imoco e le consente di riportarsi sul 22-22 con un ace di Nikolova. Sul 23-23 Tirozzi si procura il primo set point, ma Arrighetti lo annulla; Gibbemeyer però ne guadagna un secondo e ancora Tirozzi sigla il 24-26 che rimette tutto in gioco.

IL TIE BREAK – Il set decisivo si apre nel segno di Buijs e Ortolani, che realizzano i punti del 2-0. Ma la partita continua a essere combattutissima, con scambi mozzafiato e difese spettacolari, e Fiorin realizza il 3-4. Parisi prende un cartellino giallo dopo un attacco fischiato out a Marcon e un pasticcio Wolosz-Arrighetti regala il 4-6 all’Imoco. Al cambio di campo è 5-8, grazie a un muro di Barazza su Marcon, ma proprio Cisky tiene in corsa le sue e con la battuta propizia il 9-9 di Buijs. Ortolani, decisamente in calo, spara fuori il pallone del 9-11 e Parisi è costretto al time out; Nikolova però la imita per il 12-12. Finale in volata: Lloyd di prima intenzione fa 13-14 e si guadagna il match point, Donà sbaglia il servizio successivo e si va ai vantaggi. La prima occasione per la finale se la procura Marcon (15-14), la seconda Michel (16-15), la terza di nuovo Cisky ed è quella buona: Ortolani a muro realizza il 18-16 che vale la storica finale.

LE INTERVISTE

LA FINALE

Unendo Yamamay Busto Arsizio-Imoco Conegliano 3-2 (25-20, 16-25, 25-17, 24-26, 18-16)
Busto A.: Ortolani 12, Garzaro, Bianchini, Michel 5, Leonardi (L), Marcon 16, Spirito, Sloetjes 1, Buijs 25, Arrighetti 14, Wolosz 1, Petrucci ne. All. Parisi.
Conegliano: Lloyd 3, Gibbemeyer 9, Fiorin 18, Daminato (L) ne, Kauffeldt ne, Donà, De Gennaro (L), Calloni ne, Nikolova 24, Bechis, Barcellini 9, Tirozzi 7, Barazza 13. All. Gaspari.
Arbitri: Gabriele Balboni e Antonino Genna.
Note: Spettatori 4521. Busto: battute vincenti 0, battute sbagliate 4, attacco 35%, ricezione 72%-47%, muri 8, errori 21. Conegliano: battute vincenti 6, battute sbagliate 11, attacco 33%, ricezione 75%-46%, muri 10, errori 34. 

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Pubblicato il 21 Aprile 2014
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