Varese, da deserto a regno del gelato

Vent'anni fa, a Varese non si poteva comprare un gelato artigianale d'inverno. Oggi non c'è che l'imbarazzo della scelta. Storia di due pionieri di una buona idea

Me lo ricordo bene, quando a Varese d’inverno il gelato non c’era. Erano i primi anni novanta, io mi ero appena sposata e appena trasferita dalla grande città: a Milano mangiare il gelato, magari come sostituto del pranzo, era normale, ed era stato una specie di piccolo "choc da trasferimento in provincia" scoprire che qui a novembre chiudeva tutto, e fino a dopo marzo l’unico gelato praticabile era quello industriale che si trovava nei supermercati. 

Poi "la civiltà" è arrivata fin qui: a fare da apripista fu  la gelateria Di Giorgio, davanti all’ospedale Del Ponte, 20 anni fa. Ora i punti vendita dove trovare un gelato artigianale in qualunque stagione sono moltissimi: secondo le indicazioni del centro studi della Camera di Commercio di Varese, a fine 2013 gelaterie e pasticcerie nella sola Varese erano 36, in provincia erano 352. Alcuni blasonati "per meriti esterni" come GromLa Romana, che accumulano file fuori dai loro negozi anche a causa della fama che si trascinano  da tutta Italia. Altri che si sono conquistati un posto in pochi anni, come la gelateria Buosi, ben presto divenuta rinomata, per qualità e scelta degli ingredienti, quanto la vicina cioccolateria.  

Leggi anche: Gelato grandi firme, Grom arriva in città

Ma in centro sanno tutti che ci sono alcuni caposaldi del gelato varesino, che da oltre un decennio rappresentano la nuova tradizione fredda. Abbiamo voluto raccontare le loro storie, di pionieri di una buona idea.

Anny Rose, che ha fatto la storia del gelato in città

Da Gioria, il gelataio dello "struscio"

Il blog degli Ice Out Award, con la storia di molti gelatai della provincia


Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Aprile 2014
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