Finiguerra, il candidato di Tsipras che vuole “zero cemento”

L'ex sindaco di Cassinetta con Lugagnano, un comune milanese del Parco Ticino, sta facendo campagna elettorale anche a Varese, sulle tematiche ambientaliste

Se cercate un candidato che sia ambientalista, contro il consumo di suolo, contro le grandi opere, a favore del chilometro zero, lo sviluppo sostenibile, l’ambientalismo storico, i riferimenti ad Alex Langer, la lotta contro la cementificazione, l’appoggio pieno alla No Tav in Val di Susa, un papabile è Domenico Finiguerra, l’ex sindaco di Cassinetta con Lugagnano, un paese del parco del Ticino nella provincia di Milano, politico, giornalista e blogger, autore del libro “8 metri cubi al secondo”, per 10 anni sindaco del suo comune e oggi candidato per una Europa sociale nella lista “L’altra Europa con Tsipras”.
«Ci sono 29 autostrade in progettazioni in Italia, troppe e molte del tutto inutili – spiega Finiguerra – piuttosto bisognerebbe investire nella salvaguardia del territorio. Una politica di questo genere ci avrebbe fatto risparmiare 61 miliardi di euro, ovvero quanto in sessant’anni ci sono costati i disastri del dissesto ambientale. Se volessimo davvero far lavorare le imprese, inoltre, si potrebbe fare una grande piano nazionale per eliminare le barriere architettoniche».
La Lista Tsipras a chi si rivolge?
«Credo che siamo la lista più europeista perché vogliamo un’Europa più umana, chiediamo infatti una vera unione europea e non solo una comunità di interessi che guardi agli interessi finanziari».
Oggi siete stati a Varese per parlare con la comunità islamica, perché?
«Abbiamo incontrato i musulmani che desiderano avere un loro luogo di culto. Io da sindaco destinavo ogni anno per legge il 7% degli oneri di urbanizzazione alle aree di culto. La costituzione dice che tutti hanno diritto ad esprimere la loro religione, e a maggior ragione i musulmani, non si vede perché debba loro esser negato questo diritto».
Sta girando le regioni del collegio nord ovest?
«Sì, domani torno in Liguria, ma ovunque lancio lo stesso messaggio, bisogna fermare il cemento».
In Piemonte è stato anche in Val di Susa?
«Sì, la vicenda della Val di Susa è emblematica di una lotta di resistenza a favore dell’ambiente. Quella ferrovia è inutile. La valle è diventata una comunità politica ed è tutta unita contro la Tav. Un esempio per il paese».
In Lombardia si parla di bloccare Pedemontana, ma il tema è complesso, non si possono bloccare le autostrade, o no?
«Io ho fatto il sindaco 10 anni e mi sono spesso scontrato con l’assessore Cattaneo. Qui c’è stata la mentalità di dover fare per forze le opere, sempre di più e sempre più grandi, al di là del loro effettivo bisogno. Le analisi tra costi e benefici sono state superficiali. Nel nostro comune abbiamo lottato e vinto contro la tangenziale Boffalora Malpensa, perché non ce n’era alcun bisogno».  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 02 Maggio 2014
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