Quando alle Olimpiadi c’è un pezzo di Valceresio

Non sono molti a sapere che l’emozionante sigla delle paralimpiadi invernali di Sochi è “made in Varese” anzi, “made in Valceresio”. A scriverla infatti è stato un compositore di Cuasso al Monte: Gregorio Cosentino

julia samoilova Non sono molti a sapere che l’emozionante sigla delle paralimpiadi invernali di Sochi è “made in Varese” anzi, “made in Valceresio”. A scriverla e realizzarla infatti, è stato un compositore di Cuasso al Monte, più precisamente della frazione di Cuasso al Piano, che vive di musica da sempre, senza fare troppo clamore, malgrado creatività e successi mai spenti: Gregorio Cosentino.

«Conosco Daniele Finzi Pasca, grande regista e drammaturgo svizzero, da circa trent’anni. L’anno scorso mi ha chiesto se avevo del materiale musicale, da accompagnare alle idee che aveva sulla regia delle paralimpiadi, che gli era stata affidata.  Gli diedi del materiale realizzato per una mia allieva, particolarmente dotata, sfruttando la sua vocalità. Una di queste canzoni, “If you need a friend”, è piaciuta particolarmente, così hanno deciso di portarla alla commissione proponendola come frammento centrale dello spettacolo. Nella realizzazione, la canzone si rivelò fin troppo corta e così lavorammo per adattarla fino a farla diventare di otto minuti».

A registrarla, alla fine, è stata Julia Samoilova, paraplegica, vincitrice dell’ Xfactor Russo: «Per farlo, è stato adattato il mio testo inglese in russo, di cui è stata conservata la sostanza del testo. La sua esibizione è stata un momento di grande commozione, sia per la cantante che per lo stadio, durante la cerimonia di inaugurazione».

Gregorio Cosentino vive da sempre di musica: nato a Varese nel 1953,ha quasi sempre vissuto a Cuasso, nella sua casa di nascita. Ha fatto il conservatorio a Milano, poi «il mestiere ti porta in giro: la gavetta l’ho fatta nei teatri. E tra i primi con cui ho lavorato, nel 1975, c’è la grande Rosalina Neri». Esperto in colonne sonore, da piu di ventanni lavoro per documentari: «Il documentario ha una vita diversa dal film e la musica ha un altro tipo di lavoro dietro. In particolare, deve adattarsi a tagli e adattamenti, allo stesso tempo c’è molta libertà».
 
gregorio cosentinoOra sta lavorando a un documentario sui droni: «A chiedermelo è Gino Oliviero, il figlio di quel Nino Oliviero che ricevette nel 1963 la nomination all’Oscar per”More” colonna sonora per Mondo Cane. Lui realizza documentari, soprattutto turistici e archeologici. Adesso lui sta cominciando un documentario con i droni, e vuole me per la colonna sonora». 

Ma la sua vita «E’ una montagna russa di occasioni e proposte: Ho avuto grande facilita compositiva, che non ho ancora perso. Una caratteristica che mi piace molto. E del mio passato ricordo tutto con molta precisione, ma non sono legato a situazioni particolari. La parentesi della realizzazione di una colonna sonora di film che mi fece vincere un premio, mi fece per esempio pensare di essere diventato un compositore da film. Cosa che invece non successe»

Della nuova fruizione digitale della musica dice: «Sono stato uno dei pionieri dell’allora sistema digitale. Per esempio sono stato tra i primi ad usare sistemi di campionamento, e sono il primo a dire “ben venga la tecnologia”, specie se la si usa con criterio. Internet ha, tra l’altro, indubbiamente facilitato la formazione di gruppi e cantanti, che ha trovato lì un gran veicolo. Ma ora c’è l’illusione che musica sia alla portata di tutti: e questo, purtroppo non è vero.  Chiunque può diventare famoso su youtube, ma la qualità è un altra cosa».
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Giugno 2014
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