Bettega: “In Italia si pensa al risultato, non a creare i giocatori”

L'ex centravanti di Juve e Nazionale ospite del Rotary "Ticino" a Solbiate Olona è critico con il sistema nostrano. E ricorda con affetto il Varese di Borghi e Liedholm

Ospite speciale, giovedì scorso, all’hotel "Le Robinie" di Solbiate Olona: in una serata organizzata dal Rotary Club "Ticino" in collaborazione con le sezioni "Castellanza" e Parchi Alto Milanese", è intervenuto Roberto Bettega. L’ex campione di Juventus e Nazionale ha toccato diversi argomenti di ambito calcistico, parlando anche del "suo" Varese: il centravanti infatti militò in biancorosso per una stagione (in prestito) per poi fare ritorno da protagonista in bianconero.


«Dispiace che il Varese abbia problemi ad iscriversi al campionato di Serie B, ma ci sono regole stringenti a tutti i livelli e bisogna accettarle – ha spiegato "Bobby Gol" – Io comunque resto legato affettivamente al Varese, perché mi ha consentito di spiccare il volo, grazie in particolare a Nils Liedholm, che allenava quella squadra e seppe valorizzare i giovani a disposizione. E poi ricordo la figura del commendator Borghi: era un riferimento ed era dotato di grande carisma. Con lui ricordo anche la Ignis di basket che già allora aveva più tifosi rispetto a noi calciatori».
La serata delle Robinie è servita anche per fare il punto sui Mondiali e sulla deludente spedizione azzurra: «Dopo la prima partita, con l’Inghilterra, a leggere i giornali pareva che fossimo in finale. Invece siamo un paese "importatore" di calciatori, e non di prima fascia: prendiamo gli scarti. A suo tempo, la Germania fece un progetto sui giovani con i centri federali, che portasse risultati a dieci anni; noi però vogliamo tutto subito, scoprire talenti a due lire e venderli a sei. Il settore giovanile è un investimento senza certezza in cui si fa più tattica che educazione e formazione, perché l’obiettivo è vincere subito, non costruire un giocatore. Secondo me invece bisogna lasciare i bimbi liberi di giocare, senza imbrigliarli negli schemi fin da piccoli; dare loro la possibilità di giocare all’estero e avere pazienza. Ma il futuro presidente della Federcalcio avrà la forza di aspettare? E il pubblico e i giornali?». 



Infine, oltre a parlare della finale dei Mondiali (pronostico azzeccato sulla Germania), Bettega è stato invitato a esprimersi su Mario Balotelli: «Il ragazzo ha problemi ricorrenti e non riesce a esprimere la sua qualità in modo continuo, però vincono le squadre, non i giocatori. Puntare il dito su di lui è stato ingeneroso: è vero che doveva fare di più, ma sono tanti i giocatori che sono mancati all’appuntamento con il Mondiale». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Luglio 2014
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