Dalla Regione una mozione a tutela dei frontalieri
Il documento è stato approvato all'unanimità. La Lombardia chiede al Governo un impegno a tutela dei lavoratori pendolari in Canton Ticino
Il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato all’unanimità dei 60 consiglieri presenti la mozione a difesa dei lavoratori frontalieri presentata da Luca Gaffuri (PD) e sottoscritta trasversalmente da Forza Italia, Lega Nord, Maroni Presidente, Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle, Patto civico, Pensionati, NCD, Gruppo Misto.
«Siamo sempre stati vasi comunicanti con i territori di confine – ha commentato il consigliere regionale del Pd, Luca Gaffuri –. Non si dimentichi la storia, tutto sommato recente: quando l’economia era florida in Lombardia, i ticinesi venivano da noi, ora che succede il contrario, siamo noi ad andare da loro». E i problemi di convivenza, secondo Gaffuri, sono stati creati «non dai rapporti tra lavoratori e imprese, quanto da scelte di carattere politico, portate avanti da alcuni partiti all’interno del Canton Ticino e iniziate con la campagna, all’inizio anonima, ‘Bala i ratt’. E se la scusa sono stati i padroncini, il risentimento svizzero verso la Lombardia nasce da due elementi: le black list e la mancanza dell’allora Ministro Tremonti di dialogo con la Svizzera, e i ritardi sulle opere infrastrutturali, in particolare l’Arcisate-Stabio, ma anche Alptransit. Loro sono pronti, noi tergiversiamo ancora». E poi è arrivato il referendum, ha ricordato il consigliere Pd: «E’ fondamentale che Regione Lombardia sia maggiormente attiva in questa interlocuzione. Bisogna darsi degli obiettivi ed è necessario che ci chiariamo quali sono quelli che vogliamo perseguire. Se il tema è la mobilità, dobbiamo capire come risolverlo. Se le aziende ticinesi si lamentano di non riuscire a entrare nel mercato italiano, dobbiamo agevolare la reciprocità».
In merito è intervenuta in aula Francesca Brianza, consigliere regionale del Carroccio e Presidente della Commissione Speciale per i rapporti con la Confederazione Elvetica.
«È evidente che il governo svizzero si trovi in questa fase da un lato a dare seguito al referendum del 9 febbraio in un Paese dove, a differenza del nostro, le consultazioni popolari vengono fatte rispettare. Dall’altro lato la Svizzera deve fare i conti con gli accordi presi con la Comunità Europea. In questo momento così delicato il nostro obiettivo resta quello di tutelare i 60.000 frontalieri lombardi che ogni giorno passano il confine. Si tratta, e anche gli svizzeri se ne rendono conto, di manodopera qualificata e insostituibile estremamente importante per la Confederazione. Compito di Regione Lombardia, che su questa materia ha ben pochi poteri, è quello di tenere sempre viva la questione dei frontalieri, sensibilizzando sia il Governo italiano che le autorità elvetiche. Vanno in questa direzione l’intersificarsi dei rapporti tra Lombardia e Confederazione e la serie di incontri, per ultimo possiamo citare la visita a Berna del governatore Maroni, fra rappresentanti lombardi ed elvetici».
«La professionalità dei lavoratori frontalieri della provincia di Varese – ha commentato il consigliere regionale di Forza Italia, Luca Marsico – che rappresentano il 42 per cento della manodopera qualificata che lavora in Canton Ticino va tutelata in tutte le forme a fronte di un importante contributo allo sviluppo dell’economia sia della Svizzera che dell’Italia e specialmente dei comuni di confine della Ritengo che, nell’ottica dei rapporti di buon vicinato e di cooperazione transfrontaliera in numerosi campi oltre al mantenimento di relazioni di piena e proficua collaborazione fra i due Paesi, vadano messi in campo tutti gli strumenti utili per favorire una soluzione che non porti a discriminare né i lavoratori italiani, né le loro famiglie che sarebbero pesantemente colpite da tale piano, né tantomeno l’economia locale dei comuni di confine».
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