Ue: vertice sulle nomine, il Pse vuole Mogherini

All’indomani dell’elezione di Jean-Claude Juncker alla guida della Commissione europea, l’attenzione si sposta sul negoziato che partirà questa sera, 16 luglio, sui candidati alle poltrone del presidente del Consiglio europeo e dell’Alto rappresentante per la politca estera Ue.
Il partito socialista europeo preme per avere entrambe le caselle, candidando Federica Mogherini per quella occupata fino a oggi dall’inglese Catherine Ashton e dall’altro, proponendo la premier danese Helle Thorning Schmidt alla presidenza del Consiglio europeo. 

Ma se per il presidente dell’Europarlamento, Martin Schulz, la Mogherini ha ancora «molte chance», le critiche giunte in questi giorni dal cosiddetto gruppo dei baltici, fanno intendere che il ministro italiano ha più di un detrattore all’interno della Ue.
«Penso sia molto brava e competente – ha commentato il premier finlandese Alexander Stubb –
ma c’è molta gente brava e competente per la posizione di Alto Rappresentante. La chiave è trovare il giusto equilibrio tra grandi e piccoli paesi, tra nord e sud, tra vecchi e nuovi paesi, tra paesi dell’euro e non… Dobbiamo anche trovare l’ equilibrio politico: in questo momento ci sono due ‘top jobs’ per il Ppe e tre per i socialisti». 

«Per l’alto rappresentante sottoscrivo in pieno quello che ha detto Juncker, e cioè che abbiamo bisogno di candidati con una buona esperienza – ha detto invece il premier estone Taavi Roivas -. 
A questo aggiungo che deve avere un’adeguata comprensione della situazione della sicurezza, perché in Europa c’è un’aggressione militare in atto, da prendere seriamente. Ma serve anche un equilibrio geografico, tenendo conto di quei Paesi entrati a far parte dell’Ue dal 2004 in poi».

Contro la Mogherini si schiera anche il tedesco Elmar Brok (Ppe), presidente della commissione Affari esteri del Parlamento europeo e tra i consiglieri di politica estera del cancelliere tedesco Angela Merkel esprime un parere negativo: «Ritengo che ci sia bisogno di qualcuno che abbia buona competenza e buona conoscenza in politica estera, solo il ministro degli Esteri dell’Ungheria ha meno competenze per fare l’Alto Rappresentante».

Le critiche alla Mogherini arrivano anche dal quotidiano americano Wall Street Journal che boccia la «prospettiva» di una politica estera europea guidata dal ministro italiano. 
L’editorialista Sohrab Ahmari in un articolo pubblicato nella pagina dei commenti ha scritto che quella della Mogherini non è una delle molte cose «benvenute» del premierato di Matteo Renzi. «Oggi la politica estera europea, oltre all’apertura richiede, una ferma leadership» scrive Ahmari. Su questo fronte, quella del ministro degli Esteri Mogherini «sembra essere una scelta problematica». 

Una situazione intricata insomma, in cui il premier Matteo Renzi stasera dovrà far pesare tutta la sua influenza politica, non solo dovuta all’inizio del semestre a guida italiano, il Pd è il primo partito socialista in Europa grazie al suo 40,8%). Se poi basterà a tacere le critiche di una presunta "debolezza" del ministro Mogherini nei confronti della Russia di Putin, come si è detto in questi giorni, e di "inesperienza politica", lo sapremo presto.