“Ho detto che voleva uccidermi: nessuno ha potuto far nulla”

Con una lettera al nostro giornale Maurizio Conti, l'uomo accoltellato il 1° agosto alla festa di Cuvio, ringrazia i medici che lo hanno curato ma lancia anche un'accusa: "Le leggi non tutelano quelli come me, perseguitati dai vicini"

Una lettera inviata da Maurizio Conti, l’uomo che la sera di venerdì 1° agosto è stato accoltellato dal vicino di casa durante una festa al Parco “Litta” di via Vittorio Veneto.

 

Una lettera per ringraziare i medici che gli hanno salvato la vita, ma anche per chiedere che le leggi in vigore vengano cambiate e inasprite. L’uomo che lo ha accoltellato, un 57 enne con il quale i rapporti erano difficili ormai da tempo, il pomeriggio dello stesso giorno lo aveva minacciato con un coltello. Le forze dell’ordine erano intervenute sequestrando i coltelli ma questo non era servito a scoraggiare colui che lo minacciava. "Troppe denunce senza seguito – ci ha detto l’uomo al telefono – ed ecco com’è finita. Il mio non è certo il primo caso, basta citare Erba. Perchè dobbiamo aspettare che accada l’irreparabile per intervenire seriamente in casi come il mio?"
Ecco la sua lettera

Salve,
sono il signor Maurizio Conti, il 39enne accoltellato a Cuvio la sera del 1° agosto...
Ebbene sì, a parlarvi sono proprio io, ancora con poco fiato, ma sicuramente vivo grazie all’intervento dello staff del reparto di cardiochirurgia toracica diretta dal professor Dominioni presso l’ospedale di Circolo di Varese: ringrazio tutti coloro che si sono occupati di me, dalla sala operatoria al reparto, grazie infinitamente! 
E dopo i ringraziamenti, adesso mi rivolgo alle istituzioni, affinchè non accadano più episodi di questo genere! Ora vi spiego: tra me e il mio aggressore non correva buon sangue ormai da qualche anno e principalmente dovuto al fatto che beveva molto e poi non ragionava più. Quando questo succedeva allora partivano le minacce, e ad ogni minaccia corrispondeva la mia richiesta di aiuto alle forze dell’ordine.

L’ultimo episodio, più pesante, risale all’ anno scorso quando mi è stato ucciso il cane (in quell’occasione vi avevo scritto una lettera "Con un calcio hanno ucciso wedra la nostra cagnolina"); come di prassi denuncia fatta, ma il problema sostanziale è che gli stessi carabinieri mi dicevano che non potevo far altro che denunciare e aspettare…Ed ecco il risultato: per poco le cronache parlavano di una giovane vedova con due bimbi piccoli. Fortunatamente non è andata così e adesso è ora di dire basta!
Di tragedie tra vicini di casa ne sentiamo tutti i giorni, ma nessuno sforzo per far cambiare questa situazione. Allora mi voglio rivolgere alle istituzioni! E’ ora di porre fine a tutto questo, cambiamo qualche legge!
Volete qualche idea? In questi anni di persecuzione, ne ho pensate tante e la più sensata  eccola qua: prima lite tra vicini, intervento delle forze dell’ordine con primo ammonimento per chi minaccia; seconda lite tra vicini, intervento delle forze dell’ordine con secondo ammonimento per lo stesso minacciatore e alla terza lite decreto di allontanamento al di fuori della regione con eventuale confisca delle proprietà (nel caso ce ne siano) e divieto assoluto di avvicinamento.
Maurizio Conti

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Agosto 2014
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