Da via 5 Giornate i profughi si spostano a San Macario
O meglio, sullo stradone tra il centro città e San Macario: sono sempre gli stessi, i residenti della zona sono dubbiosi, il sindaco farà un'assemblea
I profughi samaratesi si spostano, da Verghera alla strada tra Samarate e San Macario. «Il Prefetto ha chiamato ieri (mercoledì 24 settembre, ndr) in Comune, il contratto per via 5 Giornate si sta concludendo perchè lo stabile non è in grado di ospitare persone in inverno» spiega Enrico Puricelli, assessore alla sicurezza. I profughi sono stati spostati in una casa di via Torino, sullo stradone per San Macario, ufficialmente il gruppo intero si sposta il 1° ottobre. «La prefettura non ha saputo dirci esattamente quanti saranno in totale». Martedì alle 18.30 il sindaco ha convocato un’assemblea con i residenti in atrio comunale, per spiegare la situazione ai residenti, mentre il consigliere c omunale di minoranza Eliseo Sanfelice chiede di riunire già lunedì 29 settembre la commissione servizi sociali, per chiarire prima ed evitare proteste. In queste ore l’assessore Enrico Puricelli ha iniziato a contattare gli abitanti della zona, «per non ripetere quanto è successo a Verghera», quando cioè i profughi arrivarono da un giorno all’altro. Allora furono ospitati in un complesso edilizio (affittato dalla cooperativa Oasi del rifugiato) costruito pochi anni prima, al posto della fabbrica Alceste Pasta: curiosamente, la storia dei profughi aveva incrociato quella della famiglia di Umberto Bossi, che era legata a quella fabbrica.
Il tutto in un Comune a guida leghista, che si ritrova a fare i conti con la presenza dei profughi (ma senza le parole aspre che si sentono a Busto Arsizio). Dopo Verghera, ora tocca a San Macario, ma le reazioni – nonostante le cautele del Comune – sono piuttosto diffidenti: «Io non ho niente contro questi ragazzi», ci dice per esempio il signor Franco Trivello, che abita in zona. «Ma i miei famigliari e altri anziani hanno paura, anche se io ho cercato di tranquillizzarli perché non credo ci saranno problemi di sicurezza». In ogni caso, la presenza dei richiedenti asilo non è proprio graditissima e s’incontra con il malessere che di questi tempi c’è spesso verso le istituzioni, anche su tutt’altri fronti: «Noi abitiamo in via San Gervaso, abbiamo la via chiusa da più di 3 anni per lavori sulle sponde dell’Arnetta (nella foto), non ce l’hanno più riaperta e si rimbalzano la responsabilità».
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