In fuga dalla guerra, il sogno di una vita in Danimarca finisce in aeroporto
Un padre siriano con figlio e nipotino bloccati alla frontiera insieme al trafficante che li accompagnava, che è stato arrestato. Un bambino ha offerto all'altro patatine, così si sono "traditi"
Tra la guerra civile siriana e il Nord Europa la strada è lunga e passa da Malpensa: l’aeroporto milanese è uno dei "nodi" di passaggio per i siriani – famiglie intere – che cercano una nuova vita lontano dalla violenza del loro paese d’origine (nella foto, la zona monumentale di Aleppo devastata dalle bombe). In mezzo, una serie di figure di traghettatori a cui si pagano migliaia di euro (tra i 4000 e i 5000, secondo varie testimonianze). I passeur finiscono spesso nel mirino delle autorità di polizia, ma in mezzo ci finiscono anche le esistenze di chi vorrebbe una vita libera in Svezia o in Danimarca. Come è successo sabato sera nello scalo aeroportuale milanese: a Malpensa la Polizia di Frontiera ha arrestato A.N., 40 anni, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e ha identificato e consegnato all’Ufficio Immigrazione una famiglia siriana.
Il trafficante è stato identificato dalla Polizia perchè aveva già fatto nei mesi scorsi diversi viaggi sulla tratta Copenaghen-Malpensa, con voli diretti o attraverso altri scali Schengen. Analizzando le liste passeggeri, gli agenti hanno scoperto che A.N. si era registrato insieme ad un minorenne su un volo di sabato sera diretto a Zurigo, per poi proseguire verso Copenaghen. La Polaria ha così cercato passeggeri "con tratti somatici arabi", fino a trovare un gruppo di adulti e bambini che, pur viaggiando lontani gli uni dagli altri, si è alla fine tradito: un bambino si è avvicinato ad un altro per offrirgli delle patatine, si sono parlati e la cosa non è sfuggita ai poliziotti. Controllati i documenti, è venuto fuori che – a parte il trafficante, A.N. – gli altri avevano passaporti rubati o smarriti, con foto non corrispondenti. Nei bagagli hanno trovato anche i passaporti originali dei migranti: tutti siriani, un padre con il figlio e con il nipote. All’ultimo padre e figlio avevano tentato di allontanarsi dal gate, ma sono stati intercettati dagli agenti e fermati.
I biglietti aerei per il viaggio erano stati acquistati due giorni fa in Svezia, mentre la notte precedente il viaggio A.N. aveva pernottato con i clandestini in un hotel di Milano, nei pressi della Stazione Centrale, punto di ritrovo e raccolta per i siriani che scappano dalla guerra e che sono approdati in Italia (nella foto, da santegidio.org). A.N. è stato arrestato ed è in carcere a Busto Arsizio, mentre i due cittadini siriani con i due minori "sono stati messi a disposizione dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Varese".
La Polaria in questi mesi ha intercettato 170 cittadini siriani che tentavano di raggiungere il Nord Europa: per molti di loro l’Italia sarebbe solo un punto di passaggio, verso la meta finale. Tanto per dare un’idea, tra 2012 e 2013 la Svezia ha accolto 20mila migranti siriani, in parte con permesso permanente che consente di diventare cittadini svedesi dopo cinque anni (nella foto: Sandholm, il principale centro di transito per richiedenti asilo). In mezzo però c’è la terra di passaggio: una volta fermati qui dalle autorità, si rimane bloccati in Italia, dovendo scegliere tra l’espulsione, la clandestinità o la trafila per il riconoscimento dello status di Rifugiato Politico. Chi viene fermato in Italia, in ogni caso, rimane in Italia: il regolamento europeo del 2003 "Dublino II" stabilisce che del migrante debba farsi carico il Paese della UE che per primo lo identifica (che vuol dire, spessissimo, Italia, Spagna, Slovenia o Grecia). Così il sogno di una nuova vita a Malmo o a Copenhagen finisce a Malpensa.
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