Sacchi viola, si differenzia poco e male: tornano i controlli
La produzione procapite di rifiuti indifferenziati è aumentata da 92 chili nell'intero 2013 a 98 ad ottobre 2014: un segnale preoccupante
Confezioni di plastica con tutto il cibo all’interno, mucchi di rotoli finiti di carta igienica, indumenti, sacchetti di carta e, sommo spregio, il depliant della Coinger (di carta) che spiega come differenziare correttamente il sacco viola: questo è solo parte del risultato dei controlli a campione effettuati da Coinger negli ultimi tempi sui sacchi viola raccolti dal loro consorzio, che hanno subito un aumento anomalo negli ultimi 12 mesi. «Dopo anni di costante diminuzione nella produzione di sacchi viola, quest’anno il dato ha ricominciato a salire, segnando una produzione procapite di oltre 98 chilogrammi, contro i 92 dell’anno scorso – ha spiegato Fabrizio Taricco, Amministratore unico di Coinger srl – Un aumento che ci ha preoccupato, e ci ha fatto correre ai ripari».
Sono state proprio le anomalie registrate quest’anno a convincere Coinger ad effettuare una analisi su un campione di 78 sacchi esposti tra l’8 e il 22 ottobre scorsi in diversi comuni, aprendoli e verificandone il contenuto. Risultato? Solo il 59% dei 433 kg totali era classificabile come «non ulteriormente differenziabile». Per il resto, ci è finito il 15% di plastica (66 kg), l’11% di carta (47 kg), l’8% di umido (33 kg), il 4% di indumenti (17 kg), il 2% di alluminio e vetro (9,5 kg), l’1% di materiale vario (5 kg, che vanno dai piatti, ai pezzi di ferro, ai toner delle stampanti …). «Dividendo il quantitativo per i 110 litri che contiene un sacco si sarebbero ottenuti 19 sacchi di plastica, 10 sacchi di carta, due sacchi di alluminio e vetro, due sacchi di indumenti – Ha precisato il direttore Paride Magnoni – Se la raccolta fosse effettuata correttamente la percentuale di differenziata di Coinger salirebbe all’82-83% e l’indifferenziato inciderebbe per il 14% invece del 23% attuale sul totale».
Oltre all’evidente vantaggio sotto il profilo dell’impatto ambientale, il risparmio di costi di smaltimento abbinato al recupero di materiali riciclabili come la carta e la plastica porterebbe ad un risparmio annuo fino a 628mila euro nello scenario ottimale, su un totale di 725 mila euro che si stima di spendere quest’anno per il trattamento. Vista la situazione, da gennaio ripartiranno quindi i controlli sul contenuto dei sacchi viola: saranno preceduti da una fase di informazione alla cittadinanza (più o meno il mese prima, a partire da dicembre) su cosa vada effettivamente nell’indifferenziato e come invece vanno ripartite le altre tipologie di rifiuti. Dopodichè scatteranno i controlli: «Partiremo gradualmente, e li abbineremo ad una diffusa attività di informazione e sensibilizzazione dell’utenza – “mette le mani avanti” il presidente, Fabrizio Taricco – Siamo consapevoli del fatto che i controlli precedenti sono stati considerati un po’ scioccanti dalla popolazione. Così cominceremo con l’etichettatura di una quota dei sacchi non conformi. I quali non saranno ritirati, nella misura iniziale di 10 ogni 1.000 abitanti, partendo da quelli che più evidentemente saranno non conformi».
Chi troverà il proprio sacco con un’etichetta arancione, dove gli operatori avranno scritto cosa non va, sarà tenuto a ritirare il sacco fino al successivo passaggio: la volta dopo sarà ritirato, ma nel frattempo si avrà avuto il tempo di “studiare gli errori”. Coinger inoltre segnalerà al Comune di residenza l’elenco dei numeri civici dove non è stato effettuato il ritiro e invierà ai residenti una lettera con materiale informativo sulla gestione corretta dei rifiuti.
La raccolta verrà monitorata anche con controlli a campione sui sacchi: «Una volta verificati gli effetti della campagna, abbiamo intenzione di studiare anche eventuali modifiche alle modalità e alla frequenza di raccolta – ha precisato Paride Magnoni – se dovesse funzionare, potremmo prendere in considerazione, per esempio, di invertire la frequenza di raccolta tra sacco viola e plastica, per esempio»
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