Trentasette arresti nell’inchiesta sulla cupola romana

Per i magistrati guidati da Giuseppe Pignatone il clan gestiva una "holding" dedita agli appalti, all'estorsione, dall'usura al recupero crediti

Trentasette arresti, un centinaio di indagati e un’inchiesta che scuote nelle fondamenta la capitale d’Italia: al centro dell’operazione c’è l’indagine "Mondo di mezzo" che ha messo un faro su una cupola che a Roma sembrerebbe muoversi come una mafia autoctona con connivenze politiche, affaristiche e nomi che riemergono dalle inchieste sul terrorismo nero e la banda della Magliana. Tra gli indagati il ruolo primario è di Massimo Carminati, ex dei Nar, accusato di aver fatto parte della Banda della Magliana.
Con lui veniva gestita quella che gli investigatori definiscono una holding dedita agli appalti, all’estorsione, dall’usura al recupero crediti. E molte relazioni con la politica, più o meno connivente, più o meno consapevole.
Per i magistrati guidati da Giuseppe Pignatone il clan era arrivato anche all’ex sindaco Gianni Alemanno, indagato per associazione a delinquere, e ai suoi uomini ("sono estraneo alle accuse e lo dimostrerò”). Ma anche tanti pubblici ufficiali definiti “a libro paga” che portavano il loro contributo al gruppo. Tra gli arrestati c’è anche Luca Odevaine, già capo di gabinetto nel 2006 dell’allora sindaco di Valter Veltroni, che nella sua qualità di appartenente al Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale avrebbe, secondo le indagini, orientato le scelte per l’assegnazione dei flussi di immigrati.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 03 Dicembre 2014
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