Una serata per ricordare la visita di Papa Wojtyla e la Varese che fu\
Al nuovo Centro Espositivo Paolo VI, realizzato dalla omonima Fondazione alla Prima Cappella, si è rievocato lo storico 2 novembre del 1984 avendo cura di sottolinearne l’importanza in chiave futura
Nella serata dedicata ai 30 anni dalla visita di Papa Wojtyla al Sacro Monte è emersa la volontà di continuare con fermezza l’azione tesa a promuovere una realtà religiosa strettamente legata alla vita della comunità varesina.
Al nuovo Centro Espositivo Paolo VI, realizzato dalla omonima Fondazione alla Prima Cappella, si è rievocato lo storico 2 novembre del 1984 avendo cura di sottolinearne l’importanza in chiave futura, con attenzione ai segnali che sono venuti dal Papa e da mons. Macchi che fu regista impareggiabile dell’evento dopo la precedente formidabile attività svolta per recuperare Santa Maria del Monte al suo ruolo secolare.
A delineare personalità e azione dell’ex segretario di Papa Montini è stato Riccardo Broggini, da anni un grande professionista della gestione e con un passato politico esemplare per impegno e trasparenza.
Alla riservatezza incredibile che gli veniva dal servizio particolare reso alla chiesa cattolica, don Pasquale – i varesini non hanno mai smesso di chiamarlo così- univa grinta nell’impegno e intransigenza nell’attuazione delle scelte fatte. Non potevano del resto avere altra spiegazione i suoi successi nel servizio alla nostra comunità anche come arciprete del Sacro Monte. Un leader unico,oggi introvabile, ma ancora e sempre esempio stimolante.
La sua presenza a Varese ha creato le premesse per un rapporto con il sindaco Giuseppe Gibilisco molto produttivo per la città. Il top la vicenda Guttuso: don Macchi che affida al grande artista il rifacimento in chiave moderna della Fuga in Egitto del Nuvolone, l’affresco delle terza cappella della Via Sacra, e il sindaco che poi conferisce al pittore la cittadinanza onoraria. Guttuso fece un San Giuseppe simile a un fedayn, se ne parlò addirittura in Europa; con la cittadinanza onoraria ci fu una bella mostra e si mossero grandi personaggi. Varese fu vera attrazione.
A distanza di anni possiamo guardare a Gibilisco come a un buon sindaco, l’ultimo di un bel periodo per Varese. A distanza di anni si può osservare come egli fu leader di un gruppo ciellino veramente impegnato nel servizio alla città. Nel 1985 se ne andarono quei bravi ragazzi, poi arrivarono i partiti romani: per finanziarsi imposero i prelievi anche a Varese.
Al Centro Espositivo, con una statua e l’esposizione di molti suoi doni a ricordo della sua carriera viene ricordato mons.Macchi per il quale la Varese delle istituzioni non si è mai sprecata. E’ accaduto anche per altri cittadini di fama internazionale, come l’ing.Bazzocchi, papà dei celebri aerei. Fu solo il leghista Massimo Ferrario, presidente della Provincia a onorarlo degnamente. La Lega, e questa è veramente una nota a margine del 30° anniversario del rosario del Papa, è stata sempre sfortunata o maldestra con la nostra storica montagna.
Raimondo Fassa, primo e stimato sindaco varesino del Carroccio, ebbe a dire un giorno che il parere di mons Macchi era solo quello di un cittadino. Mica male. Fu l’unico scivolone del suo mandato. Dal comando supremo dell’armata Bossi arrivò l’ordine di riattivare la funicolare.Fu solo il settimanale “Luce” a criticare il recupero dell’impianto: prima occorreva risolvere altri gravi problemi. Ancora oggi i bilanci della riattivazione della funicolare non premiano le casse comunali. Infine l’operazione parcheggio sotterraneo alla Prima Cappella ha visto il sindaco Fontana in difficoltà per l’azione impetuosa di 5000 cittadini dissenzienti.
Dai giorni di gloria di Papa Wojtyla e di don Macchi non si è tornati al buio di anni non lontanissimi, però urge un progetto complessivo per il rilancio della montagna sacra. Le istituzioni, gli uomini di cultura e di buona volontà devono mettersi attorno a un tavolo. Dove la Chiesa varesina è già seduta ad attenderli. Lo si è capito dall’incontro alla Prima Cappella.
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