Anche a Varese arriva “Women in run”

"Women in Run", un flash mob contro la violenza: un'occasione d'incontro fra donne per allenarsi, conoscersi e correre insieme, in contemporanea, in tutta Italia gridando "No alla violenza!"

Pubblichiamo il commento di Lidia Sbalchiero che con spirito ammirevole ha coordinato WOMAN IN RUN A VARESE (svoltasi a Ternate) raccogliendo 350€ alla Onlus varesina EOS (contro violenza sulle donne e bimbi) presieduta da Camilla Zanzi di Varese.

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A Vares la “Women in run” 4 di 5

women in run


Quando sono capitata nel sito Facebook di Jennifer Isella ‘WOMEN IN RUN’ (donne in corsa) e ho saputo della sua idea di organizzare un flash mob nazionale per dire NO alla violenza sulla donna, è stato come avere illuminato una stanza troppo buia, come risvegliare all’improvviso qualcosa che accende quell’ entusiasmo, che dà la forza e la determinazione di attuare un progetto importante.
E’ facile gridare NO alla violenza, No alla guerra oppure No all’odiio.
Più difficile dare un aiuto concreto a chi soffre e. indicare la via.
Mi sono accorta da subito di avere a disposizione degli strumenti importanti per dare un grosso
valore aggiunto al Flash-mob di Jenny.
Si trattava solo di trovare una strada semplice e diretta per realizzare il mio progetto
Le WOMEN in RUN erano previste in tutti i capoluoghi italiani.
La mia idea era di mettere in contatto la runner incaricata dell Flash-mob con un’Associazione
Onlus del medesimo territorio, che avrebbe dovuto essere presente all’evento, descrivere il suo
operato sul territorio e raccogliere le offerte libere delle partecipanti.
Era come se una runner, o meglio una donna che fa sport correndo, tendesse idealmente la mano a una donna con dei problemi. Non a una donna qualunque, ma una donna della sua città
Dopo avere avuto il benestare di Jennifer (dopo tutto l’idea del flash mob era sua), ho iniziato a
costruire quella che sarebbe diventata la ‘mia macchina da guerra’
Ho creato un Gruppo segreto su Facebook ed ho iniziato a cercare le ”runnerine’ ,una per provincia.
Ho capito da subito che la mia idea di aiutare concretamente le donne della propria città suscitava nelle mie ragazze il mio stesso entusiasmo. Qualcuna di loro mi ha raccontato, che le psicologhe volontarie delle ONLUS all’inizio erano incredule e poi, una volta constatata la serietà
delll’iniziativa, si commuovevano fino alle lacrime. In molti casi, le mie ragazze trovavano grosse difficoltà nell’individuare la ONLUS sul territorio. In altri casi, le ONLUS erano sospettose, se non addirittura ostili. Poi però ho scoperto che la mia ONLUS di VARESE (EOS) appartiene ad una Associazione che copre l’intero territorio nazionale (direcontrolaviolenza) e da quel punto in poi, è stato tutto più facile. E poi…………. e poi è arrivato il grande giorno ed io stessa ho potuto constatare la grande sorpresa e gioia della volontaria della mia ONLUS, quando le ho spiegato che doveva semplicemente illustrare come opera l’Associazione e raccogliere le offerte.
E poi la corsa, con tanti amici che mi hanno aiutato e sostenuto.
Ho passato quasi due settimane, praticamente vivendo davanti al computer, ma lo rifarei
E mi è tornato in mente il ‘cuore col tappo’ , quell’opera artistica di una mia cara amica, che tanto mi aveva colpito e che ho inteso come il cuore ferito di una donna, ferito dalle botte, dalle violenze e dalle umiliazioni: un cuore ferito, a cui una donna deve mettere un tappo, per riuscire ad andare avanti.
Ecco io oggi mi sento come se le avessi preso la mano e le avessi detto : ‘Tranquilla. Ho cercato per te qualcuno. che ti aiuta davvero. D’ora in poi, non sarai più sola”

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Gennaio 2015
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