“Senza acqua nel Ticino anche Expo rimarrà all’asciutto”

Lo scontro tra Parco del Ticino e Ministero dell'Ambiente mette a rischio anche gli approvvigionamenti di acqua per il polo espositivo. Il parco ha quindi chiesto una procedura d'urgenza "perché il serbatoio lago non si riempie a comando"

Canali tutt’attorno al sito espositivo e la grande lake arena che ospiterà “l’albero della vita”. E ancora alberi, fiori e prati. Servirà tanta acqua nel polo espositivo di Rho ma se non si risolverà al più presto lo scontro tra Ministero del’Agricoltura e Parco del Ticino sul livello del Lago Maggiore a rimanere all’asciutto rischia di rimanere anche Expo.

Per garantire l’acqua nell’area, infatti, anche il Ticino dovrà fare la sua parte deviando migliaia di metri cubi nei canali che porteranno acqua nel sito dell’Esposizione Universale ma la presenza dell’acqua non è più così scontata. Le riserve di acqua, accumulate nel Lago Maggiore, potrebbero però non bastare. Il Ministero ha infatti annullato la sperimentazione che prevedeva di mantenere ad 1,5 metri sullo zero idrometrico il livello del bacino per accumulare milioni di litri di acqua da utilizzare in caso di siccità. Il livello dal 15 marzo dovrà tornare al livello sancito da una convenzione del 1945: 1 metro sullo zero.

Durante la sperimentazione iniziata nel 2010 «abbiamo evitato danni al Fiume e disagi ai nostri 7.000 agricoltori», spiega il vicepresidente del Parco, Luigi Duse. Ma quest’anno i timori crescono ulteriormente proprio per l’acqua che dovrà essere inviata a Rho e che innalzerà ancor di più il deflusso minimo vitale richiesto dal fiume. «Expo si tiene proprio nelle stagioni più critiche –continua Duse- e non prevedere le problematiche che potrebbero insorgere, in caso di periodo siccitoso, mi sembra una posizione ulteriormente miope».

Anche per questo motivo il Parco ha alzato il livello dello scontro con il Ministero dell’Agricoltura e subito dopo la prima udienza davanti al tribunale delle acque ha chiesto l’immediata sospensione del provvedimento con una procedura d’urgenza. «Il serbatoio lago non si riempie a comando –sottolinea il direttore del Parco, Claudio Peja- ma solo quando lo decidono le condizioni meteorologiche» e quindi «ogni giorno di ritardo nel garantire il livello richiesto potrebbe essere decisivo nel caso di una situazione d’emergenza idrica». Una vicenda paradossale che, come precisa il Presidente del Parco, Gian Pietro Beltrami «mette in discussione anche un bene primario che, ricordo, è anche uno dei temi di Expo 2015».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Febbraio 2015
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