Tribunale, scontro tra avvocati e amministrativi
Braccio di ferro sulla questione degli orari del front office alla cancelleria civile. Per i dipendenti era necessaria una riorganizzazione mentre gli avvocati lamentano una diminuzione del servizio
E’ in atto da diverse settimane una guerra strisciante tra gli avvocati e il personale del Tribunale di Busto Arsizio. Tutto è cominciato a fine febbraio con la decisione di concentrare in un’unica cancelleria civile la parte front office a causa della scopertura degli organici del palazzo di giustizia. A quella decisione è seguito un ricorso al Tar da parte dell’Ordine degli Avvocati che hanno ottenuto una sentenza favorevole ma dal tribunale è arrivata la contromossa che ha riorganizzato gli orari, proprio in base alla sentenza emessa dal Tar, diminuendo i giorni di apertura degli sportelli ma aumentando da 3 ore a 4 il tempo di apertura. In tutto gli sportelli saranno aperti un’ora in meno.
Questa mossa è stata vista come una ritorsione da parte degli avvocati che lamentano code lunghissime per poter accedere al servizio di front office ma lo stesso presidente del Tribunale Edoardo D’Avossalancia la palla su un altro campo, quello del Ministero della Giustizia che non provvede a rimpolpare l’organico nonostante sia evidente da tempo la sofferenza del tribunale di Busto Arsizio. A partire dal riordino della geografia giudiziaria, che aveva accorpato anche parte dell’Altomilanese al territorio di competenza degli uffici di via Volturno, è iniziato un fuggi fuggi con richieste di trasferimento da parte degli amministrativi. Un problema che lo stesso presidente non vuole aggravare ma risolvere con la decisione presa in accordo con il direttore amministrativo. L’invito da parte del tribunale agli avvocati è quello di fare i corsi di formazione per sfruttare a pieno il processo telematico che permetterebbe un serio risparmio di tempo sia ai legali che agli amministrativi.
Novità, si spera conciliative, arriveranno dall’assemblea degli avvocati di oggi (lunedì). Nel frattempol’avvocato Angelo Luini lancia l’allarme: «La guerra ha anche travolto il Giudice di Pace di Gallarate. Infatti, gli orari di apertura delle cancellerie sono tali da rendere l’attività estremamente faticosa e dispendiosa di tempo. Basti pensare al tempo perso – nel pomeriggio -per recarsi in cancelleria del Tribunale. Basta pensare che dal 9 marzo la cancelleria del Giudice di Pace – che serve comuni da Inarzo a Legnano, sarà aperta per solo due ore al giorno.
Le code davanti agli sportelli saranno lunghe fino in strada. A tutto ciò si aggiungano le duplicazioni di accessi alle cancellerie ed al Tribunale per dare seguito ad adempimenti non previsti dalla legge, ma da protocolli interni che rendono impossibile la vita agli avvocat come ad esempio il deposito delle copie di cortesia, non prevista nel processo civile telematico, ma che è diventato un obbligo. In una simile situazione, nonostante la buona volontà di tutti, la situazione è ormai ingestibile».
Di tutto questo, naturalmente, ne fanno le spese soprattutto gli utenti e i clienti degli avvocati che si vedono rallentare i tempi di erogazione del servizio giustizia, in maniera esponenziale: «Ecco perché una tregua deve essere firmata oggi all’assemblea degli avvocati presso il tribunale – conclude Luini -. Non si vorrebbe assistere a nuove azioni giudiziarie contro il Tribunale, che non faranno altro che rendere ancor più difficile la vita agli operatori che quotidianamente vi lavorano in Tribunale, personale e avvocati».
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