Aldo Cazzullo presenta il suo libro dedicato alla Resistenza

Martedì 28 aprile nell'Aula Magna Porati-Granero dell'Università dell'Insubria, il giornalista presenta il libro: "Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza

anche io aldo cazzullo

Nell’ambito dell’osservatorio permanente sulla lingua italiana, martedì 28 aprile 2015, alle ore 14,30, è all’Università degli Studi dell’Insubria, a Varese, lo scrittore e giornalista, nonché editorialista del Corriere della Sera, Aldo Cazzullo.

L’incontro è in programma nell’Aula Magna Granero-Porati, della sede di via Dunant 3. Cazzullo presenterà il suo ultimo libro “Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della Resistenza”.

Conducono l’incontro i professori del corso di laurea in Scienze della Comunicazione: Giulio Facchetti; GianMarco Gaspari e Alessandra Vicentini.

«Abbiamo l’occasione di presentare nella nostra Università – dichiara il professor Giulio Facchetti,linguista dell’Università degli Studi dell’Insubria – l’ultimo libro di Aldo Cazzullo, editorialista del Corriere e autore dalla prosa netta e coinvolgente, che da molti anni si segnala come saggista di grande successo, e riscontro critico, con centinaia di migliaia di copie vendute. L’insieme dei suoi libri più recenti compone un’acuta investigazione storico-identitaria del nostro Paese, e ugualmente un pungolo per cercare di superare gli abbattimenti e ritrovare il potenziale creativo e propulsivo della nostra società».

«Nell’occasione del settantesimo anniversario della Liberazione – continua Facchetti – Cazzullo, con Possa il mio sangue servire. Uomini e donne della resistenza, ci trasporta in una rivisitazione, per vari aspetti innovativa, dei fatti costitutivi e prodromici dello stato di democrazia in cui tuttora viviamo. Uno dei tratti peculiari fondamentali che emergono dall’opera consiste nell’ammirevole capacità di ricomporre con grande equilibrio il quadro variegato ed eterogeneo degli elementi storici che hanno concretato il fenomeno della Resistenza, sui piani ideologico-culturale, sociale, territoriale, superando francamente le visioni parziali del passato e le ipercorrezioni più recenti su una materia di tanto difficile trattazione». «Il superamento della prospettiva ideologizzata e spesso deformante è conseguito tramite un’agile e avvolgente ricostruzione narrativa che forma una sequenza in cui eventi, drammatici e strazianti, e parole, pesanti e preziose, di morituri si fondono con notevole abilità descrittiva. Non c’è dubbio, poi, che le figure degli uomini-eroi campeggino nel testo allo stesso livello delle donne-eroine, secondo quanto annunciato nel titolo. Lo stesso titolo in cui la topicalizzazione del termine sangue si manifesta sia nella materia espressiva di cui il libro si compone (le ultime testimonianze dei condannati, vergate col sangue, talora anche non metaforicamente), sia nello spirito e nel livello semantico delle vicende narrate che, ricordo di tali cruenti sacrifici, ne rigenerano il vitale ammonimento. Un così utile e glorioso ammonimento che ci si augura davvero possa servire, come stimolo costante, alla nostra e alle future generazioni di Italiani» conclude il professor Facchetti.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 22 Aprile 2015
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