La Croce rossa fa quadrato

Il presidente regionale Gussoni difende gli 11 indagati e afferma: "Tutti i comitati fanno quello che ha fatto Buchi, allora devo andare in galera anche io"

Croce rossa regionale

«Se questi comportamenti sono un reato, voglio andare in galera anche io». La Croce Rossa fa quadrato attorno a Pierfrancesco Buchi, 34 anni, ex assessore, presidente del comitato di Luino, indagato per abuso d’ufficio e falso per aver consentito l’acquisto di cancelleria in una azienda di famiglia (mentre la Cri era ancora equiparata alla pubblica amministrazione) e per aver consentito che i trasporti in ambulanza privati – che vanno pagati – venissero effettuati gratuitamente per i parenti di alcuni volontari e alcune associazioni.

(nella foto, il presidente provinciale Cri Mario Grassi, il presidente regionale Maurizio Gussoni, il presidente del comitato di Luino Pierfrancesco Buchi)

Sono in tutto 11 gli indagati (tra cui anche 3 dipendenti accusati di truffa per la timbratura del cartellino).

Le regole della Croce Rossa

Il presidente regionale Maurizio Gussoni prende le difese, senza mezzi termini, del comitato di Luino, e lancia addirittura un allarme: «Questi comportamenti sono abituali in tutti i comitati – afferma – qualche giorno fa ho autorizzato un trasporto privato gratuito a Pizzighettone, per una manifestazione di ragazzi disabili. La Croce Rossa non fa gli scontrini, non può muoversi in una logica solo di pubblica amministrazione, deve poter gestire le emergenze. Buchi non ha speso soldi divertendosi a comprare matite colorate – continua –  ma ha dovuto gestire degli acquisti di cancelleria in una azienda che da circa trent’anni era usata come fornitore dal comitato – osserva – inoltre i trasporti privati non pagati per i parenti sono una consuetudine, sulle piccole distanze. Il comitato provinciale di Varese lo ha autorizzato nel 1999 con una ordinanza».

Ma davvero tutti i comitati si comportano così? Stando alla parole di Gussoni sì, inoltre questa vicenda starebbe evidenziando un punto critico: «Si pone un problema politico generale – rimarca Gussoni – qui nessuno ha violato le regole dell’associazione. Dunque se Croce Rossa ha delle regole che collidono con le leggi, ce lo dicano subito. Facciano loro una nuova organizzazione e noi faremo altro».

Tuttavia il problema giudiziario rimane e c’è anche qualche retroscena. Pierfrancesco Buchi nel 2103 aveva denunciato per il presunto uso indebito di un telefonino un dipendente che è stato anche rinviato a giudizio. Alla fine del 2013 arrivano da due dipendenti (tra cui il denunciato) gli esposti che sollevano il problema di una gestione un po’ personalistica del comitato. La guardia di finanza nel 2014 esamina per alcuni mesi le carte. Scatta l’inchiesta che si è conclusa in questi giorni con gli 11 indagati.

Il quadro appare intricato ma la soluzione proposta dal presidente regionale Gussoni è drastica e sposa totalmente le ragioni di Buchi: «Chi ha presentato quegli esposti – afferma – non è degno di indossare la divisa di Croce Rossa e se ne deve andare» afferma Gussoni. La conferenza stampa alla Cri di Varese è stata fatta alla presenza anche di Mario Grassi, presidente provinciale.  Una volontaria di Luino si è alzata e ha letto una lettera di totale sostegno a Buchi, approvata dall’assemblea dei soci di Luino all’unanimità. Tuttavia gli esposti sono stati considerati seri dalla guardia di finanza di Luino e dal pm Massimo Politi, che hanno deciso di promuovere un’azione penale. Può la Croce Rossa cacciare due dipendenti che si sono rivolti alla magistratura e sono stati presi sul serio?

In ogni caso, questa di seguito è la nota ufficiale della Cri

– È stata esaminata tutta la documentazione fornita dal Comitato Cri di Luino che ha consentito di chiarire la situazione;

– Tutte le attività espletate in forma gratuita, peraltro di modesta entità, sono autorizzate da una determina antecedente nel tempo, dalla natura umanitaria della Croce Rossa Italiana e dalla consuetudine che tutti i Comitati, da sempre, mettono in essere;

– In merito alle false timbrature dei dipendenti, la Croce Rossa non ha nulla da aggiungere, salvo che è Lei stessa la prima danneggiata e che è nel suo interesse che la magistratura persegua simili comportamenti;

– Per quanto riguarda gli acquisti di generi di cancelleria, si è accertato che sono stati effettuati nell’unica rivendita di questo settore commerciale presente a Luino e che, in alternativa, sarebbe stato necessario percorrere decine di chilometri per rivolgersi altrove. E’ anche da considerare che si tratta di acquisti di scarsa entità economica e che da decenni vengono effettuati in questa rivendita.

Alla luce di quanto sopra, il Presidente del Comitato Regionale della Lombardia non ritiene di adottare alcun tipo di provvedimento e rinnova la sua fiducia nel Presidente del Comitato Locale di Luino, Pierfrancesco Buchi.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 23 Giugno 2015
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da mauro micheluzzi

    Personalmente penso che ormai siamo giunti alla follia! Un dirigente pubblico che cerca di giustificare una serie di reati penali asserendo che non siano da punire i colpevoli poiche’ le stesse azioni vengono commesse in tutti i comitati CRI… Complimenti…. Quindi quando un reato viene commesso da piu’ persone come abitudine non e’ piu’ da considerare come reato? Da quando il sistema penale Italiano considera la legge del “o tutti dentro o tutti fuori”? oppure “se lo facciamo tutti siamo tutti innocenti”?

  2. Avatar
    Scritto da mauro micheluzzi

    E il “caldo” invito di un dirigente pubblico ai propri dipendenti di non denunciare alle autorita’ competenti eventuali reati commessi all’interno dell’amministrazione e’ da considerarsi “eticamente” e “moralmente” corretto? Certi personaggi non riescono proprio a cogliere l’occasione per far bella figura restando zitti…

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