Legambiente: “Gallarate finalmente libera dal cemento”
Il cigno verde plaude all'approvazione della Variante al Pgt, che cancella migliaia di metri quadri di espansioni edilizie, in particolare nella zona Sud verso Busto Arsizio e Verghera
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Legambiente Gallarate che sottolinea positivamente l’approvazione della Variante al Pgt (che “taglia” migliaia di metri cubi di cemento) e ripercorre alcune tappe nel percorso delle politiche di utilizzo del territorio
Gallarate, finalmente è no al cemento!
Legambiente coglie un successo vent’anni fa neppure immaginabile: la riduzione decisamente significativa del consumo di suolo e l’azzeramento del cemento in intere aree già pronte per l’ultimo pasto degli speculatori. Vent’anni fa, quando inizio la battaglia di Legambiente, allora appariva davvero donchisciottesca, i volumi edificatori previsti a Gallarate erano un vero e proprio incubo per il Cigno Verde e per chiunque avesse a cuore il bene della città. Volumi davvero insostenibili. Basti ricordare che già oggi, ad azzeramento approvato, Gallarate ha una percentuale di suolo edificato maggiore della città di Milano. Incredibile: Milano, nei numeri, è più agricola e più verde di Gallarate.
Poi, pian piano , ma sempre più consapevolmente, la sensibilità generale cambiò, fu una conquista della società civile. E si cominciò a sognare che il miracolo avvenisse.
Esattamente tre anni fa, presso le ACLI, venne promossa un’iniziativa speciale: la nostra Amministrazione Comunale incontrò Damiano Di Simine Presidente di Legambiente Lombardia, esperto di consumo di suolo, e Roberto Corti, il nuovo Sindaco di Desio, primo Comune della Lombardia il cui Consiglio comunale venne sciolto perché travolto dall’inchiesta contro le cosche insediate in Lombardia. In quel comune, simile per dimensione a Gallarate, 40mila abitanti, saltarono centri commerciali e insediamenti industriali, interi quartieri di palazzine e villette venivano cancellati. Svanirono centinaia di migliaia di metri cubi di cemento che già fruttavano, a chi aveva ottenuto l’edificabilità, decine di milioni di euro.
Ed eccoci al giugno del 2015, fine di un incubo. Grazie Sindaco, grazie Amministratori cittadini, grazie a tutti coloro che a vario titolo hanno sostenuto la battaglia contro il cemento, ma grazie soprattutto al coraggioso Assessore Giovanni Pignataro che con tanto impegno e determinazione ha aperto una pagina nuova per il futuro della città.
Ancora una volta lo ricordiamo a tutti: il consumo di suolo è una delle più insidiose e irreversibili forme di degradazione del suolo che si verifica ogni qual volta un’area agricola, naturale o seminaturale viene antropizzata. Il suolo, in quanto risorsa naturale limitata e non rinnovabile, è essenziale per la sopravvivenza dell’uomo sul pianeta e per la conservazione della maggioranza degli ecosistemi terrestri. E’ produttore delle risorse alimentari, ha potere d’assorbimento dell’inquinamento atmosferico, rappresenta la più importante fonte di stoccaggio della CO2, consente il filtraggio e la purificazione dell’acqua piovana, conserva le tracce archeologiche del nostro passato, ed è pertanto la cassaforte dei beni più preziosi della nostra civiltà.
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