Zanzi: “Ambiente e paesaggio per la Varese futura”
Il video, le parole del candidato e il programma di Varese 2.0
Daniele Zanzi ha presentato questa mattina alla Galleria Ghiggini il suo programma per le primarie del centrosinistra. «La Varese ambientale, che recupera le sue bellezze, che guarda al 2030 recuperando la sua forza paesaggistica, è questo il nostro chiodo fisso» ha affermato Zanzi in apertura di conferenza. Nel video un sunto del suo discorso. Di seguito il programma completo.
GUARDARE IN FACCIA LA REALTÀ. STUDIARE. PARLARE CHIARO. DELINEARE VISIONI, STRATEGIE E INTERVENTI PER LA CITTÀ FUTURA
Il programma di Varese 2.0 Il Comitato Varese 2.0 è una forza civica libera, indipendente, estranea alle appartenenze. Siamo abituati a parlar chiaro. La retorica politica ci è estranea. Alla critica abbiamo sempre accompagnato le proposte. Anche il nostro programma parla chiaro. Ci documentiamo, non «buttiamo lì» frasi fatte. Argomentiamo, non promettiamo. Fin dove possibile proponiamo interventi, non idee vaghe. Amministrare bene è difficile. I buoni programmi si attuano nel tempo, prendendo atto della realtà per correggerla e concretizzare passo a passo visioni e orientamenti strategici. L’apporto dei cittadini, degli imprenditori, dei lavoratori, delle organizzazioni di categoria, del mondo delle associazioni, dei giovani è indispensabile. Il patrimonio di questa città sono anzitutto i suoi abitanti. Vogliamo mobilitare energie sane, mettendo da parte ideologie rinsecchite, etichette logore e sterili proteste contro tutto e contro tutti.
UNA CITTÀ IN DECLINO
Nell’ultimo quarto di secolo Varese ha perso ad una ad una le sue vocazioni storiche. Il tessuto di piccole e medie imprese industriali altamente specializzate si è assottigliato. I recenti segnali di ripresa nella produzione industriale, in sé confortanti, riguardano soprattutto aziende dislocate nell’hinterland e incidono poco sui redditi della popolazione residente. In parallelo il terziario tradizionale, legato al commercio e alle professioni, si è indebolito. La città non ha più saputo esercitare un ruolo effettivo di capoluogo a cavallo tra il Canton Ticino, l’Alto Milanese e la metropoli. In questo contesto sfavorevole il terziario avanzato, legato all’innovazione tecnologica e ai servizi alle imprese, non è mai decollato e l’industria ha stentato a riconvertirsi. Anche la città residenziale ha perso attrattiva. Abbandonata a un crescente degrado, pesantemente cementificata, priva di serie politiche urbanistiche, sempre più povera di offerte culturali, demograficamente invecchiata, Varese ha visto diminuire la qualità della vita, il numero di abitanti e i livelli di occupazione. Gli apporti della popolazione straniera residente non hanno coperto i vuoti né sono stati convenientemente valorizzati. La quota maggiore dei redditi è generata da pensioni, rendite e stipendi pubblici, mentre cala quella derivante dalla produzione di servizi e di beni manifatturieri.
UNA CITTÀ MALATA DI CATTIVA POLITICA
A partire dagli anni ’80, la lenta estinzione di una classe dirigente che aveva assecondato la crescita della città nel primo trentennio del dopoguerra (in verità non sempre felicemente e talvolta con miopia), non è stata sostituita da nuove élites all’altezza di un disegno di trasformazione strutturale e di nuove visioni strategiche. Il declino del tessuto produttivo si accompagnò a quello della politica locale, segnata da pesanti fenomeni di corruzione. Con gli anni ’90 il leghismo si affermò e prosperò promettendo di valorizzare le energie produttive del territorio. Di fatto però i fenomeni qui descritti non furono mai contrastati con politiche adeguate. È sempre mancata una visione del futuro della città. Scelte scriteriate nelle politiche edilizie, infrastrutturali e amministrative hanno forse garantito un presente immediato, ma hanno gravemente compromesso il territorio, il paesaggio, l’ambiente urbano, e hanno prodotto più disfunzionalità che efficienza. Una politica di piccolo cabotaggio, interpretata da figure mediocri e votate all’occupazione del potere, ha fatto il resto. Le potenzialità e le risorse della città non sono state seriamente valorizzate. Anni preziosi sono andati perduti. È urgente una sostanziale discontinuità.
UNA CITTÀ CHE DEVE E PUÒ RINASCERE
Nonostante questa situazione difficile, Varese ha ancora le risorse per una ripresa economica, produttiva, ambientale e abitativa. Si tratta di suscitarle, di ottenere fiducia, di orientarle nel modo migliore. La politica – una buona politica, moralmente integra, ispirata a uno spirito di servizio, capace di produrre visioni e di tradurle in programmi, delibere e buona amministrazione – deve ritrovare il ruolo che ha perduto. La coalizione di cui siamo parte, potenzialmente allargabile ad altre energie sane e vitali della città purché non compromesse con il passato, può interpretare questo processo di rinascita. Con gli elementi di novità che porta con sé, con la sua autonomia di pensiero, con lo stile civico che gli è proprio, il Comitato Varese 2.0 è il lievito e il sale di questa coalizione; e costituisce per tutti i cittadini, a prescindere dai loro orientamenti, la più forte garanzia di discontinuità e di cambiamento. Abbiamo individuato otto ambiti strategici per rinnovare i criteri amministrativi, recuperare vocazioni produttive e migliorare la qualità della vita nella nostra città.
GLI INDIRIZZI DEL NOSTRO IMPEGNO CIVICO MORALITÀ, COMPETENZE, PARTECIPAZIONE
Il primo passo per una rinascita della politica è la valorizzazione delle capacità negli incarichi di giunta, la riduzione delle deleghe assessorili, la circolazione dello scambio di informazioni tra amministratori e città, l’incoraggiamento della cittadinanza attiva e l’attuazione di una piena trasparenza nella vita pubblica. Il sistema delle partecipate sarà sottoposto a attenta verifica e a sostanziali revisioni. Saranno azzerati gli incarichi e le consulenze retribuite, anche per bonificare l’amministrazione da ogni rete clientelare, senza con questo sostituirle con le ciniche logiche dello spoil system. I criteri di nomina saranno resi di pubblico dominio e si ispireranno alle competenze accertate anziché all’appartenenza politica. URBANISTICA Sul piano urbanistico, il PGT sarà radicalmente rivisto secondo questi criteri: presa d’atto dell’eccedenza del patrimonio edilizio privato, che ha spesso ferito il volto della città; conservazione del territorio inedificato; rapido azzeramento del consumo di suolo; protezione dei terreni agricoli in vista di un loro ripristino d’uso; iniziative edilizie volte a recuperare il già costruito e a destinare aree e strutture dismesse alle imprese, meglio se di terziario avanzato; estensione delle tutele al patrimonio architettonico e paesaggistico, con vincoli ai manufatti di pregio edilizio, inclusi gli edifici caratterizzanti la storia urbana e l’archeologia industriale e contadina, alcuni dei quali da devolvere a usi pubblici in ambito culturale. Il Masterplan di piazza Repubblica andrà altrettanto radicalmente rivisto. I costi sono eccessivi. Vanno estesi gli interventi di recupero funzionale e di riqualificazione architettonica della piazza. Va bloccato l’intervento edilizio sulla collina del Montalbano. La destinazione dell’ex Caserma va ripensata. È possibile prevedere un mercato comunale di nuova concezione: Varese ne è priva. Nel comparto adiacente, Piazzale Kennedy attende da decenni un intervento di riqualificazione che dia un senso a un grande vuoto urbano oggi abbandonato a se stesso. Il completamento della linea Varese-Mendrisio e il ripristino di quella per Porto Ceresio renderanno attuale l’interconnessione tra le stazioni ferroviarie. Vanno evitati interventi speculativi sull’area retrostante le Ferrovie dello Stato. Le nuove reti su rotaia che ne conseguiranno dovranno agevolare i vari spostamenti dei pendolari e l’integrazione territoriale di Varese con il basso Ticino, i laghi e i poli urbani di Tradate, Gallarate e Como, e non solo i collegamenti veloci con Malpensa e Milano. La finestra a nord aperta attraverso Mendrisio dovrà favorire i mutui scambi culturali, commerciali e turistici tra il Varesotto e il Ticino e migliorare le connessioni bilaterali tra i due rispettivi poli universitari. Negli anni potranno essere aperte a Belforte e Masnago due nuove stazioni delle FNM, per favorire i movimenti dei pendolari e gli spostamenti intraurbani. Vanno promosse politiche per ridurre gradualmente il traffico privato, anche con ponderate estensioni delle aree pedonali, per introdurre il carsharing e facilitare l’organizzazione del carpooling. Vanno definitivamente revocati i parcheggi entro Villa Augusta e in località Prima Cappella. Vanno invece realizzati spazi di sosta attrezzati e non invasivi nelle vie Sempione e Cimone. Il parcheggio di via San Francesco può essere potenziato con un piano sotterraneo e una razionalizzazione nell’accesso. A seguito di questi interventi i parcheggi in piazza Ragazzi del ’99 e in via Verdi potranno essere soppressi, l’uno a favore di un’area pedonale e l’altro di uno spazio giochi attrezzato. Va potenziato e rivisto il sistema dei trasporti pubblici su gomma: estensione e ridefinizione delle linee; abbonamenti agevolati per gli anziani; biglietti giornalieri a 3€; punti di interscambio con i trasporti extraurbani e i parcheggi periferici; collegamenti diretti con Casciago, Malnate e Arcisate; connessioni speciali per il Sacro Monte e il Campo dei Fiori nei giorni prefestivi e festivi e in estate. POLITICHE AMBIENTALI Il declino della città ha avuto serie ricadute sull’ambiente naturale, il paesaggio e il decoro urbano. Vanno promossi con urgenza: un piano di risparmio energetico; il risanamento del lago in associazione con tutte le istituzioni competenti; la tutela dell’acqua come bene comune; il conseguente blocco della Cava Nidoli; la realizzazione del Parco della Bevera; la bonifica delle cave in territorio comunale e nell’hinterland in coordinamento con Regione, Provincia e Ministero dell’Ambiente; l’adozione di rigorosi accertamenti dei danni ambientali lungo la tratta ferroviaria Arcisate-Stabio; un taglio netto alla cessione dei beni demaniali a interessi privati lesivi dell’ambiente e a offerenti stranieri; la bonifica dei suoli che celano vere e proprie bombe ecologiche; il risanamento delle zone di degrado che costellano un po’ tutta la città.
AMMINISTRAZIONE, BILANCIO E PATRIMONIO
L’amministrazione uscente è stata afflitta da gigantismo programmatico a puri fini elettorali. Si impone il blocco preventivo di tutti i grandi progetti e un attento esame della loro utilità, fattibilità e costo. Il deficit di bilancio esige politiche di contenimento e riassetto della spesa. Il territorio non va svenduto in cambio di oneri di urbanizzazione. Riducendo gli sprechi potranno venire abbattuti i gravami fiscali sui cittadini e le imprese. A questa bonifica finanziaria va associata un’accurata spending review che riveda, ripulisca e razionalizzi il bilancio mediante tagli mirati e non lineari. In parallelo, andrà riorganizzata e resa più efficiente la macchina comunale e soprattutto più vicina al pubblico grazie all’ottimizzazione funzionale delle destinazioni dei vari edifici di patrimonio dell’ente pubblico, a cominciare da quelli dismessi ma non alienabili. Per i progetti di un certo rilievo, va finalmente attivato l’accesso ai finanziamenti europei. Razionalizzazione, snellimento amministrativo, reti digitali, efficienza e riduzione dei costi saranno ottenuti a medio termine anche con l’immediato avvio del progetto di «Città federata» tra Varese e i 36 comuni del suo hinterland. Tra le altre ricadute di questo progetto vanno menzionati: il potenziamento dei servizi alla persona; il coordinamento nelle politiche urbanistiche, ambientali, turistiche e culturali; gli interventi a favore delle attività produttive; l’incremento delle strutture a prezzi convenzionati per l’assistenza agli anziani non autosufficienti; le politiche di contrasto alle nuove povertà. POLITICHE SOCIALI Al centro delle politiche sociali va posta l’ampia galassia delle «famiglie» in senso lato. Nessuno misconosce il ruolo delle unioni coniugali ordinarie. Ma non si può negare l’esistenza di fatto di un’ampia configurazione di relazioni affettive. Non è possibile creare discriminazioni a danno delle coppie ricomposte, delle convivenze, dei genitori single, delle persone sole. Un’indagine preliminare dovrà valutare le concrete situazioni e le loro dimensioni. Un’ulteriore indagine dovrà individuare le effettive fasce di povertà. Vanno avviate politiche specifiche per le nuove generazioni (da 0 a 18 anni) dimoranti regolarmente sul territorio comunale. Vanno incrementati i servizi per l’infanzia, comunque erogati, in particolare asili e scuole materne, e quelli per l’adolescenza (sostegno scolastico, estensione dell’offerta formativa pomeridiana ed estiva; facilitazione dell’integrazione; promozione delle pratiche sportive). È necessaria un’Agenzia della casa per il social housing, in modo da consentire la locazione – per i proprietari che lo vorranno – a prezzi calmierati dei numerosi appartamenti sfitti. Vanno estesi i centri diurni per la terza età. Nei limiti delle sue competenze e dei suoi poteri, l’ente locale si adopererà per una diversa politica sanitaria. Nella logica della riduzione del danno si premerà per la revisione del progetto «Due ospedali», visti i costi elevati e i problemi infrastrutturali e di efficienza che solleva, ipotizzando destinazioni alternative e/o complementari. Va prevista una riconversione degli spazi edificati – talora in disuso –, nelle attuali strutture ospedaliere per altre funzioni e a favore degli anziani non autosufficienti. Va migliorata la connessione tra il Pronto Soccorso e i normali reparti terapeutici. Vanno infine estesi e decentrati alcuni servizi sanitari di base in ambito diagnostico. In un quadro di risorse sempre più scarse, occorre favorire la crescente apertura dei servizi verso il cosiddetto terzo settore, privato sociale e no profit, purché questo sia sano, coerente con i propositi, bonificato da logiche clientelari e fiscalmente corretto, e purché questa estensione non sia intesa come sostituzione del primo welfare erogato dagli enti pubblici, né come supplenza gratuita e immotivata. Va facilitata, senza oneri per l’ente locale, la realizzazione di luoghi di culto per le varie religioni presenti nel territorio. Vanno migliorate le politiche di integrazione della popolazione straniera stabilmente residente. Si consiglia una stabile consultazione tra l’ente locale e le varie comunità.
LAVORO E SVILUPPO
In coordinamento con il sistema delle imprese, le associazioni di categoria, le istituzioni provinciali e regionali, i comuni di area vasta, le scuole, l’università e altri centri di formazione, l’ente locale si adopererà per il potenziamento e la differenziazione dell’offerta formativa. A questo indirizzo strategico di medio e lungo periodo saranno affiancati interventi per il graduale rinnovamento dei rapporti tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. Saranno avviate politiche a breve termine per l’inserimento dei giovani e il reinserimento dei lavoratori precocemente espulsi dai processi produttivi. Sul piano strutturale, sarà offerto un sostegno alle imprese di nuova generazione capaci di fare innovazione, in particolare con politiche di non tassazione locale – la cosiddetta No Tax Policy – per un minimo di tre anni a favore delle nuove imprese fino a un massimo di dieci dipendenti. Saranno altresì incentivati la ripresa della produzione ortofrutticola da destinare ai mercati di prossimità e il commercio di qualità. Di immediata e urgente attuazione sono la semplificazione, oltre che lo sveltimento, delle pratiche amministrative e burocratiche, e la facilitazione del coworking, anche mettendo a disposizione a costi calmierati edifici di proprietà comunale. Decisiva sarà la capacità dell’amministrazione nel costruire in modo diretto o ‒ indiretto reti e sistemi di integrazione infrastru ‒ tturale e produttiva con altre aree territoriali e nel promuovere l’economia locale mediante la cultura, le attività scientifiche, la valorizzazione delle risorse turistiche. Andrà istituita una commissione extraconsiliare costituita da rappresentanti dell’ente locale, delle imprese e delle associazioni di categoria per monitorare almeno semestralmente l’andamento del ciclo economico nell’area vasta, per accogliere suggerimenti, proposte e segnalazioni di criticità, per migliorare i rapporti orizzontali tra l’amministrazione e i mondi del lavoro. Andranno valutate le modalità più efficaci per creare un sistema low tax che incentivi il rientro delle aziende delocalizzate all’estero, anche con il dovuto supporto del governo centrale.
UNIVERSITÀ, CULTURA E PATRIMONIO ARTISTICO
Nell’ambito della cultura, va data la precedenza a investimenti infrastrutturali durevoli a favore di nuovi poli museali, di nuove sale, della valorizzazione e del recupero del patrimonio artistico e dei parchi. Pensiamo in particolare al futuro di Villa Mylius, di Palazzo Estense, del Castello di Belforte, dell’ex Ospedale Psichiatrico, dell’ex Macello e di altre strutture di archeologia industriale, e alle architetture liberty. L’università va integrata nella vita cittadina e sottratta al volontario confino che si è imposta in modo improvvido. Saranno sostenute per le pertinenze dell’ente locale le politiche di espansione di corsi di laurea e di master specialistici ad alta qualificazione. Le presenze dell’Insubria sulla collina del Montalbano vanno rigorosamente mantenute. Nell’arco di un decennio, mediante accordi con investitori privati, potranno essere ospitate in città due accademie, destinate rispettivamente al paesaggio e alle espressioni artistiche contemporanee, e un conservatorio di nuova concezione, orientato alle espressioni musicali del ‘900. Sarà incentivata in ogni forma possibile la pratica sportiva di base. SICUREZZA Il tema della sicurezza è stato agitato in termini propagandistici e demagogici. La città, di per sé abbastanza sicura, presenta però alcuni punti critici. La cura del territorio è la miglior terapia per scoraggiare la marginalità e la devianza. Vanno a tal fine riqualificate le numerose aree degradate. Vanno protetti con interventi opportuni alcuni comparti (ad esempio l’area retrostante la Basilica di San Vittore). Va migliorato l’impiego delle forze di polizia locale nel presidio territoriale. Vanno estesi i punti monitorati mediante telecamere.
CON DANIELE ZANZI IL 13 DICEMBRE PER CAMBIARE VARESE
Il nostro comitato è anzitutto un nucleo di persone che da tempo lavorano insieme. Come tale, è aperto a nuovi apporti e contributi, senza discriminazioni. Il passaporto d’ingresso è dato dalla libertà intellettuale, dalle competenze, dalla passione civica, dal disinteresse personale, dal desiderio di agire nel territorio. Per incidere più a fondo, abbiamo scelto di partecipare alle elezioni all’interno di una coalizione civica e democratica. Pur con i limiti che riconosciamo nel nostro partner, il PD locale contiene forze sane, e non è compromesso con il governo fallimentare dell’amministrazione uscente. Saremo presenti alle primarie di coalizione che si svolgeranno domenica 13 dicembre. Il nostro candidato coincide con il fondatore e portavoce del Comitato. Parliamo di Daniele Zanzi, il nostro esponente più noto e apprezzato nella città. Siamo convinti che Daniele saprà essere il catalizzatore e il polo magnetico in grado di mobilitare le energie migliori della città e di indirizzarle in senso costruttivo. Daniele Zanzi non è un politico di mestiere, non deve nulla alla politica né insegue ambizioni di carriera. È un professionista di successo, un imprenditore noto in tutto il mondo ma è altresì un esperto di agronomia e di alberi che non cessa di studiare, di documentarsi e di sperimentare. È una persona abituata a lavorare in gruppo, con persone affiatate e leali. Conosce le tematiche ambientali, le dinamiche amministrative, i problemi delle imprese e dei lavoratori. È un uomo abituato alla franchezza, ma anche generoso di sé, cordiale, fortemente legato alla famiglia, capace di affetto, di amicizia e di sane passioni, come il Varese Calcio e le pratiche sportive. Varesino da generazioni, attivo nel mondo cattolico, si è formato al Liceo Classico Cairoli, si è laureato con il massimo dei voti a Piacenza, ha collaborato con l’Università di Padova fino alla fondazione di Fito-Consult, azienda pionieristica leader in Italia nella cura e nella manutenzione degli alberi, del verde ornamentale e dei parchi. Nella sua carriera ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, culminati nel 2015 con l’Award of Merit conferitogli dall’International Society of Arboriculture. Ha al suo attivo svariate decine di pubblicazioni scientifiche. È una firma autorevole di RMF online. Daniele Zanzi è l’uomo giusto per dare una scossa alla Varese assopita da venticinque anni di leghismo e di comitati d’affari. Sostenetelo il 13 dicembre! Varese, novembre-dicembre 2015
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