Polveri e inquinamento: 400 mila morti l’anno in Europa

Nel pieno della conferenza di Parigi sul clima il rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente traccia un bilancio spaventoso delle emissioni nell’aria

Varie

430 mila morti premature l’anno in Europa per via dell’inquinamento atmosferico.

Di questi quasi 60 mila i morti in Italia e solo per le polveri fini e finissime sollevate dal riscaldamento privato, dalle attività produttive e dai trasporti, senza contare l’ozono e il biossido di azoto, dove arriviamo alla cifra di 84.400 decessi l’anno.

Sono i dati della Agenzia europea dell’ambiente, l’Aea che ha diramato ieri i valori relativi all’inquinamento atmosferico imputati alle polveri fini e agli altri elementi presenti nell’aria.
Costi sociali incalcolabili, perdite di vite umane per ciò che l’uomo non sta facendo: ridurre le emissioni nocive, molte delle quali responsabili del riscaldamento globale di cui si sta parlando alla Cop21 di Parigi.

CHE ARIA TIRA IN ITALIA – La ricerca riguarda diversi tipi di inquinamento imputabili all’anno 2013: le principali città italiane sfigurano a confronto degli altri centri europei ed è per questo che il nostro paese è maglia nera del continente.

I dati riguardano l’emissione media di inquinanti per un determinato lasso di tempo. Per il pm10, ad esempio, vengono riportati i valori medi più altri nelle città europee nel corso di rilevazioni della durata di 36 giorni. La soglia è di di 50 microgrammi per metro cubo.

Alcuni valori italiani saltano all’occhio: Torino ha avuto 80 microgrammi per metro cubo, Milano 73, Benevento 85,6, Asti 72, Venezia 68, Salerno 69, Verona 76. Fra le città coi valori più bassi di pm10: Genova con 22,6 microgrammi per metro cubo, Firenze 34, Savona 20, Sassari 25,5.
Fra le rilevazioni europee figura anche Varese con 53,8.

IN EUROPA – Particolarmente colpite dall’inquinamento da pm10 risultano le città polacche: spiccano Cracovia 112, e sempre in Polonia Jelenia Góra con 100,3 e Rybnik con 111, contro il massimo di Vienna che è stato di 50, Bruxelles 42, Parigi 61, Londra 36, Madrid 38, Berlino 46,9 e Sofia 78,9.

LE VITTIME – Il rapporto Aea tratta come anticipato anche i dati legati alle morti premature attribuibili all’esposizione a particolato sottile (PM2,5), ozono (O3) e biossido di azoto (NO2) nel 2012 in 40 paesi europei e nell’UE-28. Nel rapporto 2015 disponibile in rete in lingua inglese si fa presente che “L’inquinamento atmosferico continua ad avere un impatto significativo sulla salute dei cittadini europei, in particolare nelle aree urbane. Esso ha anche effetti economici rilevanti, aumentando le spese mediche e riducendo la produttività attraverso giorni di lavoro persi in tutta l’economia. Gli inquinanti più problematici in Europa in termini di danno per la salute umana sono il particolato (pm2,5 e pm10), l’ozono e il biossido di azoto”.
Inoltre “le stime degli impatti sulla salute attribuibile all’esposizione all’inquinamento atmosferico dicono che nel 2012 le vittime nell’area europea ammontavano a 432 000 decessi prematuri di cui circa 403 000 erano nella UE a 28 stati. Nello stesso anno , l’impatto stimato di esposizione di NO2 e O3 sulla popolazione in 40 paesi europei è stato di circa 75 000 e 17 000 decessi prematuri rispettivamente, e 72 000 e 16 000 decessi rispettivamente, nella UE -28”.

FONTI INQUINANTI ED ECOSISTEMI – Le fonti di inquinamento, si legge nel rapporto, sono legate alle attività industriali, ai trasporti, all’uso dell’energia da parte delle famiglie e alla produzione dei rifiuti: il dato positivo è che dall’inizio degli anni ’90 le emissioni stanno diminuendo.
“Nonostante questa situazione l’inquinamento atmosferico continua a danneggiare la vegetazione e gli ecosistemi producendo un impatto ambientale che influenza gli ecosistemi e la qualità delle acque”.

Di seguito il rapporto completo   Air quality in Europe – 2015 report

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it

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Pubblicato il 01 Dicembre 2015
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