Università e carceri: un accordo per la formazione e la sicurezza
L'Insubria e il Provveditorato generale dell'Amministrazione penitenziaria hanno sottoscritto un protocollo di collaborazione. L'ateneo fornirà percorsi di studio ma anche consulenze
Formazione, sicurezza ma anche rispetto dei diritti religiosi. Sono diversi i capitoli dell’accordo sottoscritto questa mattina, venerdì 11 dicembre, dal Rettore dell’Università dell’Insubria Alberto Coen Porisini e il Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria Aldo Fabozzi.
L’intesa porterà l’ateneo a mettere a disposizione di detenuti, dipendenti e quanti si impegnano all’interno delle case circondariali, le proprie professionalità e competenze.
Come? si parlerà di sicurezza negli ambienti lavorativi con il professor Fabio Conti che da anni si occupa di ingegneria della sicurezza, ma anche di giustizia ripartiva con la docente Grazia Mannozzi e di rispetto delle differenze religiose in carcere con la professoressa Ferrari che è anche garante della libertà di culto per la provincia di Lecco.
Per il Provveditorato è una nuova convenzione che va ad aggiungersi ad altre avviate con diversi atenei della Lombardia. L’Insubria sarà coinvolta in percorsi che verranno avviati nelle carceri di Varese, Busto Arsizio, Como, Lecco e Sondrio.
Per i detenuti ci sarà la doppia opzione: corso sulla sicurezza se stanno svolgendo un lavoro all’interno della struttura ma anche percorsi formativi universitari per arrivare alla laurea. Scopo, infatti, è quello di dare la possibilità ai detenuti ristretti negli istituti individuati e ai soggetti in esecuzione penale esterna del relativo territorio di iscriversi ai Corsi di Laurea dell’Università degli Studi dell’Insubria, mediante procedure amministrative che tengano conto dello stato di privazione della libertà sia per lo svolgimento degli esami che per la gestione dei rapporti con segreterie didattiche e amministrative, e anche attraverso l’esonero totale delle tasse universitarie, nell’obiettivo primario del reinserimento.
Sotto il profilo della formazione, la convenzione consente di dare avvio a percorsi formativi alla giustizia riparativa e alla mediazione, secondo quanto richiede la Direttiva 2012/29/UE, dedicata alla istituzione di norme minime a tutela e protezione delle vittime di reato. Per lavorare in modo riparativo, e promuovere la mediazione reo-vittima (ma anche la gestione dei conflitti che possono sorgere all’interno dell’istituzione carceraria, tra detenuti) occorre infatti una adeguata opera di sensibilizzazione alla giustizia riparativa di tutti coloro che a vario titolo sono chiamati a lavorare nel settore dell’esecuzione penale; ciò è emerso altresì dai lavori degli Stati Generali sull’esecuzione penale voluti dal Ministro della Giustizia On. Andrea Orlando, gruppo di lavoro a cui partecipa la Professoressa Grazia Mannozzi, Docente di Diritto Penale dell’Università degli Studi dell’Insubria, che si occuperà di questi aspetti della convenzione.
L’accordo coinvolge, oltre alla facoltà di Ingegneria per il Lavoro e per l’Ambiente con il Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate, per l’aspetto relativo alla sicurezza del lavoro, anche il Dipartimento di Diritto, Economia e Culture, per quello legato alla giustizia riparativa e alla mediazione delle diversità culturali e religiose.
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