Accordo storico tra Airbnb e il comune di Firenze
Secondo l'accordo, Airbnb si impegna a fare da collettore dell’imposta per il comune di Firenze: l'introito previsto, dai circa 7500 host della città è di circa 10 milioni di euro per il Comune
Dopo le vicende con Google, che ha portato l’Italia come esempio virtuoso in prima pagina del Time di ieri, un altro colosso digitale come Airbnb, per la gestione degli alloggi, fa parlare di sé.
E’ stato firmato dal sindaco di Firenze Dario Nardella e dal Country manager Airbnb Italia Matteo Stifanelli un protocollo d’intesa tra il comune di Firenze e la piattaforma irlandese di prenotazione on line di alloggi a fini turistici attiva in tutto il mondo e in forte crescita anche nel capoluogo toscano.
«Questo accordo è un passo in avanti molto concreto e assolutamente innovativo – ha detto Nardella – È l’esperienza più avanzata in Italia tra una città ed Airbnb, colosso della sharing economy nel campo turistico per le locazioni on line. Finalmente abbiamo degli strumenti che da un lato ci consentono di prevedere entrate maggiori grazie all’imposta di soggiorno che pagheranno anche questi soggetti e dall’altro di avere un osservatorio molto articolato sulla città, visto che si parla di 7.500 operatori».
Secondo l’accordo, tutti gli host riceveranno dalla piattaforma le informazioni sulla città e sugli obblighi previsti in materia di imposta di soggiorno. Ma, soprattutto. Airbnb si impegna a fare da collettore dell’imposta, gestendo direttamente la riscossione non appena si definiranno alcuni aspetti della normativa regionale. Secondo i dati di Airbnb, a Firenze sono attivi 7500 host: l’introito previsto è di circa 10 milioni di euro per il Comune. Firenze è il primo comune in Italia a farlo, prevedendo nell’accordo il ‘collect and remit’, che avviene per ora solo in alcune grandi città come Parigi, San Francisco e Amsterdam.
L’84% degli operatori Arbnb di Firenze hanno solo uno o due appartamenti, svolgono quindi l’attività in modo assolutamente non professionale: «Il Comune di Firenze ha dimostrato di comprendere appieno il valore della sharing economy e l’unicità dell’esperienza offerta dagli host locali – ha detto Stifanelli – E’ per questo che l’accordo di oggi per semplificare e rendere più trasparente la tassa di soggiorno è stato per noi un passo naturale. Ma è soltanto l’inizio di una collaborazione che ci vedrà presto impegnati a sostegno della città anche su temi fondamentali come la decentralizzazione e la promozione di un turismo sostenibile».
L’accordo segna una svolta nelle relazioni tra la piattaforma multinazionale, che smuove miliardi di dollari senza aver una sola struttura, e un’amministrazione locale. La domanda, un po’ scontata, è cosa sarebbe valorizzare ancor meglio ogni tassello in materia di turismo in Italia.
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