Da Simpson a Fratteggiani Bianchi: la pittura monocromatica a Villa Panza

Focus su parte della collezione permanente esposta negli ambienti di Villa e collezione Panza di Biumo

Arte - Mostre

Villa Panza a Varese è il luogo più significativo per l’arte nella Città Giardino oltre ad essere sede storica della raccolta di Giuseppe Panza, il grande collezionista di arte contemporanea, soprattutto americana, scomparso nel 2010. La Villa, che è una dimora del Fondo per l’Ambiente Italiano, ospita da molti mesi oramai e sicuramente almeno fino a fine febbraio 2016 la mostra Natura naturans” con opere degli artisti Roxy Paine e Meg Webster, non a caso statunitensi. Della collezione permanente fanno però parte anche lavori molto interessanti di pittura monocromatica.

Le tele monocolore sono una delle espressioni più provocatorie ed al tempo stesso più riuscite dell’arte contemporanea: provocatorie perché ad un occhio comune appaiono tutte uguali, o comunque così poco diverse le une dalle altre da far spesso dubitare che si tratti propriamente di opere di artisti di valore; ben riuscite, in fondo, per la stessa ragione, per la loro straordinaria capacità di mettere in evidenza che il ‘reale‘, contrariamente a quanto la veloce società dei consumi nella quale siamo immersi vorrebbe farci credere, contiene molto, ma molto più ‘irrazionale‘ di quanto superficialmente si possa credere. Cosa questa, tra l’altro, perfettamente nota ad ogni approccio matematico, antico o moderno, che voglia dirsi tale.

Una tela, o più genericamente una superficie monocromatica, è semplicemente un supporto costituito da un materiale scelto razionalmente dall’artista, il quale viene colorato con un’unica tinta particolare, ottenuta con un procedimento razionale attraverso l’utilizzo di diversi materiali e coloranti appositi. Questa è la ragione per la quale chi ha difficoltà ad emozionarsi e ad avere un rapporto empatico con l’opera d’arte e con ciò che l’artista mette di sé nell’opera, incontrando con lo sguardo un’opera monocromatica può finire per rifugiarsi nel proprio piccolo mondo ed affermare semplicisticamente che: “questo lo so fare anch’io”. In realtà è proprio il colore lo ‘holy wood’ di queste opere, il posto dove cercare quel qualcosa di importante che apparentemente non c’è.

E’ il caso dei lavori di Phil Sims ad esempio, il 76enne artista californiano che in Europa è noto soprattutto in Germania, ma che è presente anche al Museo di Arte Contemporanea di Lione ed alla Kunsthalle di Malmö, in Svezia.

I monocromi di Sims si distinguono soprattutto per la tecnica pittorica la quale ha, volendo, qualcosa di ‘tessile’ nel suo procedere.

Maniacale è invece Max Cole (1937), che in una qualche maniera ricorda l’artista ossessivo maniacale franco-polacco Roman Opalka che vidi qualche anno fa alla Galleria Melesi di Lecco. Il monocromo della Cole è un monocromo solo da lontano, mentre da vicino è fondamentalmente un lavoro minuzioso con pennino da china e fili su base monocromatica. Da lontano i lavori della Cole sono addirittura cinetici, perché danno l’effetto ottico del movimento.

Poi c’è David Simpson (1928), che ha tra l’altro appena finito di esporre in collettiva a Palazzo Fortuny di Venezia. A Villa Panza i monocromi di Simpson sono caratteristici per il loro colore indefinito e fluorescente, colore così particolare che è poi difficile esporli senza subire interferenze da parte della luce ambientale o solare che li illumina.

Più fortunato in questo senso è il perugino Alfonso Fratteggiani Bianchi (1952), i cui monocromi a Biumo sono i più nascosti e raccolti di tutti; questa fortuna esalta la loro perfezione cromatica. Si tratta infatti di pigmento colorato distribuito su un supporto particolare, la cosiddetta “pietra serena”, una pietra arenaria spesso usata in architettura, che assorbe il pigmento rendendolo simile ad una superficie vellutata. Splendidi, questi monocromi hanno addirittura bisogno di una certa manutenzione, non essendoci alcun legante tra la pietra ed il pigmento il quale, una volta affisso il quadro, tende lentamente a cadere.

 

Villa e Collezione Panza
Piazza Litta 1 – Varese
Tel: 0332 283960
Il sito
Orari: tutti i giorni tranne i lunedì non festivi, dalle h10 alle h18

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Pubblicato il 05 Febbraio 2016
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