Regeni era un ricercatore di Cambridge
La replica di Gian Marco Martignoni a Eros Barone sul caso Regeni
Caro Direttore,
permettimi di replicare telegraficamente alla lettera dell’amico e compagno Eros Barone, che inspiegabilmente, e senza citare una fonte autorevole e credibile, ipotizza che Giulio Regeni “fosse un agente filoamericano al servizio dell’ Occidente”.
La realtà, invece, è di tutt’altro tipo, dato che Giulio era un brillante studioso dell’Università di Cambridge, che da tempo si occupava dei movimenti operai in Medio Oriente.
Tanto che l’ultimo reportage, pubblicato su Il Manifesto del 5 cm, era appunto dedicato alla protesta dei sindacati indipendenti in Egitto, relativamente ad un incontro di carattere nazionale svoltosi presso il Centro Servizi per i lavoratori a Il Cairo.
Al contempo, risulta inspiegabile anche il riferimento alla vicenda del rapimento e della liberazione di Giuliana Sgrena, che costò la vita di Nicola Calipari.
Vicenda che è stata impeccabilmente ricostruita da Gabriele Polo (a quel tempo direttore de Il Manifesto) e Giovanna Boursier nel libro “Il Mese più lungo”, edito per Marsilio.
Detto ciò, appaiono quindi gratuiti e erronei i giudizi sul ruolo del quotidiano Il Manifesto, che rappresenta, per riprendere il pensiero di Giulio Regeni, “il giornale di riferimento in Italia” per quanti mantengono un punto di vista critico sulla totalità capitalistica.
Saluti
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