La vecchia ferrovia diventa smart con un “filo verde”
Il progetto dello studio di architetti Acab vuole recuperare la vecchia linea delle ferrovie Nord per creare spazi di aggregazione e per giovani: "E' un'opportunità da non perdere"

Sono passati più di 6 anni da quando l’ultimo treno è passato sulla vecchia linea ferroviaria di Castellanza. E se oggi centinaia di treni passano tutti i giorni decine di metri sotto terra, quella lingua di terra che taglia in due la città è totalmente abbandonata. Ma forse ancora per poco.
Gli architetti Ciro Antonio Benvenuti, Davide Fedeli e Paolo Bollati dello studio Acab di Castellanza hanno infatti pensato ad un progetto per “suturare quella ferita”. Non è infatti un caso che il dossier si chiami Filo Verde, dal momento che punta a creare spazi per la comunità, luoghi privati per la residenza e il lavoro ma anche un parco lineare che non abbia unicamente un valore in sé ma soprattutto offra l’opportunità di collegare alcuni luoghi importanti presenti nel territorio.
Il progetto prevede così una lunga pista ciclabile con tre grandi caratteristiche: al posto della stazione uno spazio polifunzionale in grado di accogliere uffici, start up e viaggiatori di passaggio, sopra l’Olona un ponte abitato che faccia da collante tra le varie realtà della valle e in mezzo una serie di abitazioni e spazi da condividere. Un intervento, quest’ultimo, che punta a riempire la differenza di quota esistente tra il piano della vecchia ferrovia e la strada con un edificio a più livelli che, oltre ad uffici, preveda in modo particolare la successione di piccoli appartamenti. Moduli abitativi da due persone organizzati sul modello Biosphera 2.0 (clicca qui per i dettagli) e destinati specificamente ai giovani per offrire una risposta alle esigenze abitative e di reperimento di spazi economicamente accessibili da poter iniziare un’attività autonoma.
Ma il filo verde al momento rimane un sogno. Gli architetti hanno per questo deciso di inviare il dossier a tutti i candidati sindaco alle prossime elezioni perché -scrivono- “quando ai nuovi amministratori verrà chiesto …cosa puoi fare per il tuo paese?, dare nuova identità all’ex sedime delle ferrovie Nord potrebbe essere una delle tante risposte possibili”.
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