Mantovani torna in Regione, i 5 Stelle “occupano” l’Aula
Oggi il ritorno in Consiglio regionale dell'ex assessore arrestato lo scorso ottobre. Il Movimento 5 Stelle protesta con lo striscione "onestà"

Mattinata difficile quella di martedì 3 maggio in Consiglio regionale. Al ritorno in Aula di Mario Mantovani – ex assessore alla sanità arrestato lo scorso ottobre – si è contrapposta la manifestazione dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle. Con uno striscione con la scritta “onestà”, hanno occupato il banco della presidenza e quindi i lavori dell’Aula (era prevista una seduta dedicata alla discussione di question time e mozioni) sono slittati di circa due ore.
A fine mattinata sono stati espulsi i consiglieri del M5S Silvana Carcano e Giampietro Maccabiani. Censura (un’altra misura prevista dal regolamento) invece per gli altri componenti del Gruppo Movimento 5 Stelle.
Il Consiglio regionale doveva iniziare alle ore 10 ma l’Aula è rimasta bloccata fino a mezzogiorno. A far scattare l’espulsione dei due consiglieri è stato il loro atteggiamento nei confronti del consigliere di Forza Italia Mario Mantovani che aveva chiesto al presidente del Consiglio Raffaele Cattaneo di poter parlare all’Aula «per fatto personale – spiega Cattaneo -. Richiesta accettata per non più di cinque minuti perché in linea con quanto prevede l’articolo 70 del Regolamento». Mantovani però non ha mai potuto iniziare il suo intervento, disturbato con fischietti e urla dai consiglieri Carcano e Maccabiani, che si sono posizionati anche davanti alla sua postazione impedendo il suo intervento. Il Presidente Cattaneo, applicando quanto previsto dal Regolamento, li ha dapprima richiamati, poi censurati e, visto il reiterarsi del loro atteggiamento, espulsi dall’Aula. Cattaneo ha poi sospeso la seduta, che dovrebbe riprendere alle 14,30.
«Abbiamo ritardato l’inizio della seduta perché abbiamo voluto parlare con tutti i Capigruppo, illustrare i limiti nei quali dovevano muoverci, cosa dice la legge, cosa dice il Regolamento – ha sottolineato Cattaneo -. Nessuno di noi è al di sopra della legge e del regolamento, dobbiamo stare tutti in queste regole. Qualcuno ha invece ritenuto, ancor prima che ne parlassimo, di occupare i banchi della Presidenza, esporre uno striscione; evidentemente ritenendo il proprio giudizio su quello che stava accadendo superiore al rispetto delle leggi e del Regolamento». Della situazione in Consiglio regionale il Presidente, come prevede la legge, ha informato il Prefetto e le autorità di pubblica sicurezza. A queste ultime, che comunque non sono intervenute in Aula così come non c’è stato atto di forza da parte di alcuno, spetta infatti il compito di verificare eventuali profili di reato riguardanti per esempio l’interruzione di pubblico servizio.
L’articolo 64 del Regolamento prevede che se un Consigliere “turba l’ordine della seduta o pronuncia parole sconvenienti” può essere richiamato dal Presidente. Nel caso in cui il comportamento prosegua o trascenda in tumulto o atti di particolare gravità, scattano le sanzioni successive, quindi la censura e l’espulsione per la durata della seduta. “Se il consigliere – precisa ancora il Regolamento – non ottempera l’invito di lasciare l’Aula, il Presidente sospende la seduta”.
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