“Una cultura civile può estromettere la barbarie di questi anni”
Il comunicato dell'Anpi cittadina sull'attacco a Nizza e sulle sfide poste da terrorismo, disuguaglianze e migrazioni
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’Anpi di Samarate sull’attacco a Nizza e, più in generale, sul terrorismo
Una cultura civile può estromettere la barbarie di questi anni
Il 14 luglio anche a Nizza si ricordava ”Libertè, egalitè, fraternitè”; ed è stato un massacro.
Nel cuore dell’Europa, dopo Parigi e dopo Bruxelles e dopo Nizza, ci troviamo nel pieno della stagione del terrore: siamo in guerra, lo dicono ormai in molti.
Sono giovani delle banlieue che esprimono ostilità, rabbia, odio verso i valori della Republique, giovani islamici, di nazionalità francese, che hanno massacrato altri giovani al Bataclan di Parigi o sulle strade di Nizza
La scia di sangue in Europa non si ferma. Ancora una volta nel mirino della guerra del terrore jihadista, finiscono indiscriminatamente i civili, ridotti a bersagli insanguinati e impauriti, feriti per sempre nella loro vita quotidiana.
Ma il terrorismo non è una specialità islamica, è una tecnica di guerra usata lungo l’intero corso della storia umana e da noi europei inclusi.
E dove ci sta portando? Il senso di tutto ciò è creare paura, è costringere l’avversario a fare ciò che noi vogliamo faccia; l’obiettivo di coloro che hanno colpito a Parigi, come prima a New York e a Nizza oggi, è quello di spingere l’Occidente alla crociata, vero nome della guerra al terrorismo.
Noi e loro. Noi per la democrazia e la civiltà e loro così barbari e crudeli, avidi di sangue, guerrieri di Dio e avanguardie del riscatto di un mondo frustrato ed esposto al fascino diabolico della modernità.
La strage di Nizza ha coinvolto molti francesi e italiani e moltissimi bambini e ciò suscita orrore.
C’è purtroppo un altro orrore, più lontano e forse meno crudele, al quale prestare una qualche attenzione; ed è ciò che accade ogni giorno nel mondo: disuguaglianze, miseria e guerre insediate al centro della scena mondiale.
Questa scia di sangue e di barbarie, così larga che copre non solo la nostra Europa, si ferma solo togliendo al terrorismo e alle violenze guerrafondaie e coloniali che, a fatica, vediamo in gran parte del Medio oriente, dalla Siria, all’Afganistan,alla Libia, a tanti altri paesi del mondo, il terreno fertile dell’odio, del razzismo e della spirale guerra-terrorismo-guerra.
E, consideriamo il fenomeno epocale delle migrazioni: non c’è niente che metta in forse la convivenza civile in Europa quanto il cinismo e la ferocia con cui i suoi governi trattano i profughi; c’è un conflitto sempre più acceso e centrale tra chi rivendica un diritto naturale alla vita e chi glielo vuole negare, tra chi si schiera a favore dell’accoglienza e chi si mobilità per sostenere i respingimenti e il filo spinato dei campi.
La scia di sangue e di odio si ferma rinunciando alla forza della guerra e alla caccia allo straniero, combattendo le discriminazioni e il disprezzo, sostenendo le voci di chi ricerca la pace e il diritto alla vita, in Europa come in Siria o nel più piccolo sperduto paese del mondo..
E da dove possiamo iniziare? Ripartiamo dall’innocenza dei bambini e dall’aver cara ogni cosa che riguarda le vite di chi ci sta vicino.
Samarate, 15 luglio 2016
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