Il “Caccia” ricomincia da Morazzone: “Idee e principi giusti”
Dopo un anno di "stacco", Marco Caccianiga riparte dalla scuola calcio rossoblu: «Con i bimbi tra i 3 e gli 8 anni, l'età d'oro per la motricità»

Un anno per disintossicarsi dai veleni seguiti al fallimento del Varese 1910, una ripassata agli appunti e la partenza per una nuova avventura sempre nel segno dello sport per i più piccoli. Marco Caccianiga, una delle figure più note del panorama sportivo della provincia, ricomincia da Morazzone la sua attività di istruttore nel mondo del calcio.
Marco, come mai proprio all’Asd Morazzone?
«Per diversi motivi. Perché mi hanno cercato direttamente, perché ho conosciuto Luigi Costa che mi ha illustrato i progetti, perché parlando con persone come Christian Conte o Marco Dallo ho ritrovato le stesse idee e gli stessi principi educativi che guidano il mio lavoro nel mondo del calcio per bambini».
Quali saranno i suoi compiti?
«Mi occuperò dei bambini in fascia prescolare 3-5 anni e in fascia scolare 5-8. In pratica le età delle categorie Primi Calci, Piccoli Amici e Pulcini delle quali sarò il responsabile. Si tratta della fascia d’età che chiamo “il periodo d’oro della motricità”, quando cioè i bambini apprendono movimenti nuovi, migliorano la coordinazione e creano un bagaglio motorio che sarà loro molto utile in futuro. Sia se poi continueranno con il calcio, sia se vorranno praticare altre discipline».
Questa ormai è la sua specializzazione.
«Esatto. Dopo aver frequentato l’Isef ho approfondito proprio questo genere di lavoro. Scherzando, fino a un certo punto, amo ripetere che il mio calcio finisce a 8 anni».
Come è nato il rapporto con il Morazzone.
«Nei mesi scorsi, durante la campagna elettorale di Varese, ho conosciuto Luigi Costa che coordinava la lista nella quale mi sono presentato (la civica legata a Paolo Orrigoni ndr) e che ha iniziato a parlarmi dell’Asd Morazzone e dei nuovi progetti del club rossoblu. Ho visitato il centro sportivo, dove non andavo da qualche anno, ho conosciuto gli altri responsabili di vivaio e scuola calcio, ho capito che in una società simile si può lavorare bene».
Quando inizia il suo lavoro?
«In teoria dopo Ferragosto con le riunioni tecniche, poi a settembre sul campo, quando i bambini inizieranno le scuole. Però in un certo senso il lavoro è già iniziato: abbiamo già stretto contatti con i miei amici della scuola calcio del Torino con cui ho già collaborato quando ero al Varese. Con loro faremo senz’altro una serie di attività, di amichevoli e di tornei. Lo stesso vale con i pari età della Varesina dove c’è Paolo Masini che lavorava con me in biancorosso: insomma, stiamo già mettendo le basi del programma che seguiranno i nostri bimbi».
Prima di accettare il Morazzone è rimasto fermo un anno, dopo la fine del Varese 1910. Come mai?.
«Perché quando la società è fallita è stato sputato veleno su tutti, senza fare distinzioni. Tra questi anche noi della Scuola Calcio, che coordinavo fin dal 2004: abbiamo lavorato senza ricevere i rimborsi pattuiti per sette mesi, e abbiamo tirato avanti per rispetto verso i nostri bimbi e verso le famiglie. È stato spiacevole vederci accomunati a quelli che hanno fatto naufragare la società: per questo ho preferito fermarmi un anno, avevo bisogno di liberarmi da quei veleni. Ora finalmente respiro un’aria nuova».
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