Voleva incendiare la moglie ma le violenze andavano avanti da anni
Emergono particolari agghiaccianti (e nuove accuse) dalla vicenda dell'uomo che ha bruciato l'appartamento e ha tentato di dare fuoco alla moglie in via del Carro. Tutto si svolgeva davanti agli occhi del figlio di soli 10 anni

Le violenze di Abdelmlek Abdelhak, il tunisino di 54 anni arrestato ieri mattina dopo che ha bruciato il suo appartamento e ha tentato di dare fuoco alla moglie, andavano avanti da tempo.
Il gesto di giovedì mattina è solo l’apice di un crescendo di maltrattamenti in famiglia che dai semplici insulti erano diventati percosse nei confronti della donna, spesso anche davanti al figlio di soli dieci anni che più di una volta è dovuto intervenire in prima persona allertando i vicini di casa per fermare la furia dell’uomo.
I carabinieri di Busto, coordinati dal sostituto procuratore Nicola Rossato, hanno approfondito la vicenda ascoltando numerosi testimoni di queste esplosioni d’ira, a partire dalla 39enne fino ai condomini. La posizione del 54enne tunisino si è dunque aggravata e, oltre ai reati di tentato omicidio e incendio, si sono aggiunti i maltrattamenti in famiglia, la resistenza e la violenza a pubblico ufficiale. Una mole di reati che dovrebbe garantirgli una condanna esemplare e – soprattutto – un futuro sereno alla donna e al piccolo.
Gli elementi probatori raccolti, infatti, hanno fatto emergere una situazione molto complessa e difficile in cui la donna era costretta a vivere, connotata da continui maltrattamenti, soprattutto psicologici, ma anche percosse, grida, insulti. La violenza andava avanti da molto tempo, forse sin dall’inizio della relazione, di pari passo con il sempre più frequente abuso di cocaina da parte dell’uomo. Mercoledì sera aveva raggiunto il culmine con un abuso ininterrotto che andava avanti da giorni, tanto che secondo la ricostruzione dei militari l’uomo non dormiva da giorni.
Le condotte violente e minacciose sono incredibilmente proseguite anche nelle fasi immediatamente successive all’arresto mentre l’appartamento era in fiamme. Ha continuato ad opporsi con particolare forza all’operato dei carabinieri (che peraltro hanno salvato la vita anche a lui) tanto da costringerli ad immobilizzarlo a terra (da qui la contestazione della resistenza a pubblico ufficiale). Una volta ammanettato ha continuato a proferire frasi minacciose nei confronti della moglie, incurante della presenza, oltre che del figlio, anche degli stessi carabinieri e dei numerosi residenti nel frattempo usciti dalle proprie abitazioni.
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