Comitato provinciale del Sì. Per un’Italia migliore

Le ragioni di un voto nelle parole di Giuseppe Adamoli e degli altri membri del comitato provinciale

Referendum costituzionale

Fino ad un anno fa la critica alle istituzioni pubbliche pesanti e costose che frenavano lo sviluppo sociale e produttivo dell’Italia era pressoché generale. Quasi tutti invocavano la fine del doppione Camera-Senato, la chiarezza delle competenze fra Stato e Regioni, la riduzione del numero dei parlamentari, del professionismo politico e dei suoi costi. Oggi la giravolta di molti addetti ai lavori è impressionante ma per fortuna sono i cittadini a dire la parola decisiva. E’ a loro che ci rivolgiamo.

Il recupero dell’efficienza dello Stato, la sua modernizzazione, la diminuzione del colesterolo politico-burocratico, è la svolta che la riforma costituzionale vuole realizzare per rendere l’Italia un Paese migliore, pronto a raccogliere tutte le opportunità interne ed internazionali per il progresso sociale ed economico. Chi afferma che, bocciata questa riforma, se ne farà un’altra in poco tempo, illude pericolosamente gli italiani per un tornaconto immediato.

In realtà si tratta di una profonda razionalizzazione del modo di essere del Parlamento e delle Regioni con chiarezza su chi è responsabile di che cosa, superando la confusione che si è rivelata dannosa. In sostanza, un forte passo avanti, dopo 70 anni e in una società molto diversa, per far vivere valori, principi, ideali, diritti e doveri voluti dai padri costituenti del 1947.

Restano forti gli istituti di garanzia, anzitutto il Presidente della Repubblica per l’elezione del quale sarà necessaria una maggioranza più ampia di oggi a tutela della sua rappresentatività. Non viene toccata una virgola dei poteri del Presidente del Consiglio che non diventa premier come sarebbe accaduto nel 2006 se quella riforma fosse passata al referendum. Aumenta l’efficacia della partecipazione dei cittadini con benefici innegabili sui referendum abrogativi, i progetti di legge popolari, i referendum propositivi che saranno introdotti.

Il nuovo Senato avrà modo di far sentire e rispettare la voce dei territori nelle leggi ma la loro approvazione finale cadrà in gran parte sulla responsabilità della Camera che sarà la sola a dare la fiducia al governo come nei Paesi più importanti d’Europa. Il cambiamento non è in sé un valore ma la paura del cambiamento e il suo pregiudiziale rifiuto sono sempre negativi.

Sono queste le ragioni che hanno spinto alla costituzione del comitato provinciale per il Sì formato da rappresentanti delle professioni, del lavoro, della scuola, dell’università, della politica molto oltre le appartenenze ai partiti.
Lo scopo è dare impulso ai tanti comitati locali che si stanno costituendo e ai quali i cittadini potranno rivolgersi per far vincere il Sì al referendum del quattro dicembre.

Anche la pagina facebook “Basta un Sì – Comitato provinciale” è fin d’ora a disposizione per le informazioni sulle iniziative e per raccogliere adesioni e proposte.

Il Comitato provinciale per il Sì. 
Giuseppe Adamoli, coordinatore. 
Silvio Aimetti, Paolo Balduzzi, Mariuccio Bianchi, Maniglio Botti, Massimo Brugnone, Giacomo Buonanno, Roberto Caielli, Leonardo Calzeroni, Davide Galimberti, Michele Graglia, Jane Imen, Nando Lignano, Rossella Locatelli, Gianni Lucchina, Samanta Mazzola, Alfonso Minonzio, Flaminia Nicora, Eugenio Paganini, Luca Radice, Gianandrea Redaelli, Annalisa Renoldi, Vincenzo Salvatore, Margherita Silvestrini, Stefano Tosi, Matteo Turri, Paolo Valenzano, Tommaso Valle, Gunnar Vincenzi, Walter Picco Bellazzi, Giuseppe Zamberletti, Angelo Zappoli.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Settembre 2016
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