“Questa Europa spegne le speranze della gente”

Aula magna dell'Università dell'Insubria gremita per ascoltare Jean Paul Fitoussi, il celebre economista francese che, in italiano, ha criticato pesantemente l'Unione Europea

jean paul fitoussi

C’era una volta l’Europa. Quella buona, che puntava sull’integrazione e la valorizzazione delle differenze. Oggi c’è solo una matrigna, che toglie i sogni ai suoi cittadini, che azzera il futuro dei popoli.

Jean Paul Fitoussi, stimato economista, ricercatore e consulente di svariati ministri in Francia, non ha lesinato pesanti critiche a Bruxelles. Dal palco dell’aula magna di via Ravasi, ospite della Fondazione Giovanni Valcavi, il professore, nella sua lectio: ““Euro ed Europa oggi tra ideali e conflitti”, ha descritto la trasformazione di quella che era iniziata come un’ottima intuizione: “ Mai più”. « Gli stati europei venivano fuori da una guerra tremenda e avevano un’esigenza: non dare mai più spazio alle armi – ha ricordato Jean Paul Fitoussi – Per questo ebbero un’idea geniale: iniziarono a costruire l’Unione del carbone e dell’acciaio, i due materiali base per costruire le armi. Quell’idea di integrazione sociale e culturale è stata poi sacrificata sull’altare dell’economia e della finanza».

Fitoussi non ha criticato chi ha voluto trasformare la comunità in un gruppo ristretto di potere: «L’Unione monetaria è costata molti sacrifici agli europei – ha ricordato l’economista – La Carta costitutiva, che avrebbe dovuto parlare di ideali, di sviluppo e di valori si è preoccupata di irrigidire il sistema, dettando regole politiche in ogni singolo settore, chiudendo gli spazi al futuro. Oggi tutto il potere è concentrato nelle mani di tre ministri, tre plenipotenziari che non devono rendere conto a nessuno. Abbiamo Draghi che sta facendo bene ma non esiste in alcun paese al mondo una banca che non debba rendicontare le sue operazioni: un potere assoluto».

Fitoussi ha citato poi Monti che portò in Europa una politica di austerità deleteria per l’economia: « Ha commesso grossi sbagli ed è stato condannato dalla Corte di Giustizia per insufficienza di analisi economica. I ministri lavorano in base ai principi del Liberismo : no deficit, no inflazione»

Hollande, Jospin e anche Tzipras saranno ricordati per non aver tenuto fede alle proprie promesse: « Ma non sono stati dei bugiardi – ha assicurato Fitoussi – Tutti credevano in ciò che dicevano. Una volta eletti, però, si sono resi conto che non avevano alcun potere. Sono solo governatori di province che dipendono da Bruxelles: il vero centro del potere. Ma questo sta bene a tutti: accettano di perdere la sostanza del potere pur di mantenerne la forma e sistemare i propri amici. I veri cambiamenti politici avvengono senza che noi ce ne accorgiamo».

« Le politiche di austerità hanno avuto un effetto disastroso sui principali assets delle nazioni che sono i capitali economico ed umano. Sono state decise politiche rigorose che hanno impoverito le persone per salvare un punto percentuale di debito, distruggendo, nel contempo, più del 10% del valore dell’economia. Quando si sente parlare di riforme strutturali si deve pensare a politiche di rigore che abbassano sempre più la qualità della vita, il livello delle prestazioni. Non si può più però ridurre la sicurezza economica perché fa male alla vita. Cancellare le speranze è terribile. Se si perde fiducia nelle istituzioni si perde fiducia nel futuro.»

«Ma che si può fare? – ha chiesto una signora dal pubblico – siamo già molto arrabbiati»

« Dovete arrabbiarvi di più».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 27 Ottobre 2016
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