Varese ottiene centomila euro per una casa rifugio che sorgerà a Marnate
Il Comune aveva partecipato al bando regionale in favore delle donne maltrattate. Il progetto vedeva la città solo capofila per la trasformazione di una casa donata all'altra amministrazione

In arrivo dalla Regione Lombardia circa 100.000 euro al Comune di Varese per realizzare una casa antiviolenza per donne. La notizia, annunciata dall’assessore all’Inclusione Francesca Brianza, non ha avuto commenti a Palazzo Estense. Un silenzio imbarazzato lascia intendere che questi soldi siano destinati a un progetto che la nuova amministrazione non condivide appieno.
Il motivo è presto spiegato: i fondi andranno al Comune di Marnate che ristrutturerà una casa avuta come lascito da Francesca Pini con il vincolo di utilizzarla per aiutare le donne in difficoltà.
Una decisone presa dalla passata amministrazione che, magari, oggi non sarebbe la stessa data le necessità del territorio cittadino di costruire ulteriori risposte al problema della violenza e dell’abbandono di donne con bambini. Nel maggio scorso, la scelta cadde su Marnate per bilanciare l’offerta di alloggi antiviolenza tra il Nord e il Sud della provincia.
La firma in calce al progetto dell’ex sindaco Attilio Fontana, invece, destina quei fondi alla ristrutturazione dello stabile marnatese dove saranno ricavate stanze adeguate per ospitare fino a 4 adulti e 4 minori. L’apertura dovrebbe avvenire dopo una decina di mesi di interventi edilizi e il progetto prevede a ottobre 2017.
Il servizio di accoglienza e di reinserimento nel contesto sociale sarà affidato alla Fondazione Felicità Morandi e le modalità operative saranno analoghe a quelle che oggi regolano altre realtà come alla Casa rifugio di Varese o alla casa accoglienza di Cittiglio.
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