Da Francesca da Rimini a Lucia Annibali, storie di donne offese dalla violenza

Venerdì 25 novembre alle 21, al Salone Estense uno spettacolo di teatro civile organizzato dalla Camera Civile di Varese

Avarie

In occasione della giornata contro la violenza sulle donne, anche la Camera Civile di Varese propone una sua riflessione sul tema della violenza di genere.

Questa sera alle 21 al Salone Estense di Varese, l’associazione forense propone al pubblico “E’l modo ancor m’offende. Storie di donne offese dalla violenza”, uno spettacolo di teatro civile, che si dipana attraverso il dialogo tra un professore un po’ eccentrico e una volonterosa signora che aspira a diventare docente di “educazione all’uguaglianza di genere”.

Lo spettacolo – interpretato da Giuliano Turone e Alessandra Mandese – si apre non a caso con i versi di Dante dedicati a Francesca da Rimini. Infatti Francesca, di violenze di genere, ne ha subite più d’una: il matrimonio con l’aborrito Gianciotto Malatesta, impostole con un perfido inganno, la costrizione a subire poi per sempre lo stupro continuato da parte del marito tiranno e non voluto, infine la morte infertale da quel marito dopo che questi aveva scoperto la relazione di lei con suo fratello Paolo.

Una storia, quella di Francesca da Rimini, che sembra ideale per accompagnarci in un viaggio nella realtà odierna – spiegano l’autore della pièce, Giuliano Turone, e il regista Igor Grcko – Ed ecco allora gli attuali e innumerevoli episodi incresciosi di violenza sulle donne, che vanno dagli abusi più diversi al femminicidio”.

Dante, poeta universale, ci dà lo spunto per riflettere anche sull’universalità del problema della violenza sulle donne e sulla necessità di una battaglia culturale di dimensioni altrettanto universali contro questo fenomeno odioso, e il racconto passa dalla sfortunata Francesca, a Franca Viola, che nella Sicilia degli anni Sessanta seppe negare il “matrimonio riparatore” a colui che l’aveva rapita e stuprata, alla storia più recente di Lucia Annibali, sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato.

Una storia lunga come la storia dell’uomo che oggi più che mai richiede una battaglia culturale i cui passaggi sono indicati nella Convenzione di Istanbul in vigore dal 2014, la quale definisce esplicitamente la violenza sulle donne “una violazione dei diritti umani”. In particolare la Convenzione raccomanda l’introduzione nella scuola primaria e media inferiore dell’educazione all’uguaglianza di genere e dell’educazione affettiva come possibili efficaci antidoti alla violenza sulle donne per le prossime generazioni e sul presupposto, quindi, che gli innumerevoli attuali episodi di violenza sulle donne possano diventare, per le prossime generazioni, reminiscenze di tempi lontani.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Novembre 2016
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