Il cammino minerario di Santa Barbara come un miracolo
La posa del primo cippo a Iglesias e la firma per la Costituzione della Fondazione che gestirà il cammino minerario
La posa di ogni primo cippo è sempre una grande emozione.
Nella piazza principale di Iglesias, intitolata a Quintino Sella, c’erano le massime autorità religiose e civili per un’occasione storica: dare il via al cammino minerario di Santa Barbara.
Dal tempo dei romani e poi nel Duecento con i pisani e via via fino al secolo scorso, le miniere hanno rappresentato il fulcro dell’economia del Sulcis e di gran parte di questa zona della Sardegna. Da qui una grande venerazione per la Santa matrona di questi lavoratori.
Il mondo è cambiato e da anni le miniere hanno smesso di produrre ricchezza. Oggi vengono riscoperte con uno sguardo diverso, fatto di storia, cultura e turismo.
Giampiero Pinna, presidente dell’associazione Pozzo Sella è stato il gran cerimoniere per le giornate di lancio del progetto. “Il cammino di Santa Barbara rappresenta una speranza per far ripartire il nostro territorio”.
È qualcosa di più di una frase di circostanza. È ripetuta spesso in queste giornate di studio e di lancio del nuovo progetto.
“Oggi è una giornata storica – ha detto Mario Tozzi – aprendo l’incontro subito dopo la posa del primo cippo – inaugurate un progetto di grande valore ambientale che è segno di un possibile sviluppo anche economico”
Il cammino si costruisce camminando e così ventitré amministrazioni comunali hanno accettato la sfida aderendo alla fondazione per il cammino di Santa Barbara.
Le parole del sindaco di Iglesias Emilio Gariazzo esprimono l’interesse degli amministratori: “nel mondo dove c’è grande possibilità di comunicazione, l’uomo spesso si ritrova solo. È una grande soddisfazione inaugurare la fondazione per il cammino di Santa Barbara. Un progetto che mette insieme la riscoperta di valori legati ai nostri luoghi con la possibilità di sviluppo turistico”.
Al progetto ha lavorato da subito la chiesa locale e per monsignor Giovanni Paolo Zedda, vescovo di Iglesias: “il cammino è una occasione importante per i turisti ma anche per la popolazione locale per riscoprire la storia e le ricchezze della nostra terra. Una iniziativa che può dare coraggio anche alle persone che vivono disagio. Non dobbiamo perdere tutto quello che i nostri antenati hanno costruito con tanta fatica e lotte anche sindacali. Il cammino è una opportunità per camminare insieme”.
In mattinata era intervenuto anche Monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’opera romana pellegrinaggi: “il progetto del cammino risponde ai bisogni dell’uomo moderno. La cultura dell’individualismo, la tecnologia con i social, il cambiamento dei trasporti ha posto l’uomo in una condizione frenetica fatta di consumi. Questo produce anche un vuoto e il cammino invece permette emozioni, esperienze e la ricerca della bellezza. Questa è il motore della vita. Abbiamo perso la capacità di stupore. Il pellegrinaggio non è un prodotto che si vende, ma un’esperienza che si offre. Valorizza i territori riducendo l’impatto ambientale permettendo di scoprire arte, cultura, natura, abitudini. Il nostro impegno non è quello di sostituirci alle realtà locali, ma possiamo invece mettere in rete i cammini facendo così conoscere questa esperienza garantendo la promozione e la formazione”.
È toccato a Simone Franceschi, vice sindaco di Iglesias presentare il progetto del cammino. “In nome di Santa Barbara si sono unite tante realtà. Le istituzioni ma in particolare i volontari. Ventiquattro tappe per oltre 400 chilometri dentro il parco minerario. Iglesias è la porta d’accesso passando poi sulla costa fino a Porto Flavia dove si trova una galleria a picco sul mare. Un cammino che permette di far conoscere il duro lavoro della miniera e far fare memoria su quello che è stato il nostro territorio”.
Per Francesco Morandi, assessore al turismo della regione Sardegna “il cammino non è un tracciato, non è una linea su una mappa, ma un percorso che va animato con la passione e l’aiuto di tutti e con la voglia di creare qualcosa di bello per la nostra comunità. Questo è un progetto che non riguarda solo il Sulcis e una parte dì oristanese ma tutta la Sardegna”.
Da marzo sarà in distribuzione anche una guida di Terre di mezzo, editore di una collana specializzata in percorsi e cammini.
L’iniziativa di questi giorni ha portato a Iglesias numerosi giornalisti per far assaporare i primi passi lungo questo straordinario sentiero.
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