Andrea Chiodi porta al Carcano “La locandiera”

Dopo il teatro della Arti la regia dell’artista varesino sarà in uno dei templi del teatro milanese

Avarie

“La locandiera” di Carlo Goldoni approda domani sera, 12 gennaio, al teatro Carcano di Milano, tempio della cultura meneghina e vedrà la regia di un artista varesino, Andrea Chiodi.

La commedia di Carlo Goldoni arriva dalle scene delle Arti di Gallarate, in tabellone ieri e oggi, 11 gennaio.
Chiodi, classe 1979, regista e conduttore radiofonico, è amato e conosciuto dal pubblico varesino per le celebri serate alla “Terrazza del Mosè” del Sacro Monte, suggestivo luogo di arte e spiritualità dove ha portato in scena nelle passate stagioni estive opere di Dante, Shakespeare e altri autori di portata universale con la rassegna “Tra Sacro Sacro Monte”. Ora la prova al Carcano.

LA COMMEDIA
La storia de La Locandiera, commedia scritta da Carlo Goldoni nel 1750, si incentra sulle vicende di Mirandolina, astuta donna che gestisce a Firenze una locanda ereditata dal padre. Mirandolina viene costantemente corteggiata dagli uomini che frequentano la locanda, dal Marchese di Forlimpopoli, aristocratico decaduto, e dal Conte d’Albafiorita, un mercante che, arricchitosi, è entrato a far parte della nuova nobiltà. I due personaggi rappresentano gli estremi dell’alta società veneziana del tempo. L’astuta locandiera, da buona mercante, non si concede a nessuno dei due, lasciando intatta l’illusione di una possibile conquista.

I nobili clienti, invaghiti, tardano a lasciare l’osteria, e così facendo contribuiscono alla crescita del profitto e della fama della locanda. L’arrivo del Cavaliere di Riprafratta, aristocratico altezzoso e misogino incallito che disprezza ogni donna, sconvolge il fragile equilibrio instauratosi nella locanda. Mirandolina, ferita nel suo orgoglio femminile e non essendo abituata ad essere trattata come una serva, si promette di far sì che il Cavaliere s’innamori di lei.

Firenze, luogo della sciacquatura in Arno manzoniana ma anche goldoniana: questo il luogo in cui agiscono le figure di una apparente spensierata commedia amorosa in cui però il non detto, il non desiderato, il non voluto diventano parole schiette, desideri e voglie, il tutto in lingua italiana che danno a questa commedia goldoniana un carattere universale e squisitamente moderno.

Partendo dai Mémoires goldoniani in cui lo stesso Goldoni afferma di essere partito da bambino giocando con delle piccole poupettes a costruire i suoi testi e a pensare che non bastava più un canovaccio ma era necessario un testo, ho immaginato che gli attori potessero proprio interagire con questo mondo dell’infanzia di Goldoni e dialogare di volta in volta con delle piccole bambole che rappresentino in modo efficace i rapporti tra i personaggi e la straordinaria macchina teatrale che è la locandiera.

Una locandiera che agirà tutta intorno ad un grande tavolo, tavolo da gioco e tavolo da pranzo, così è chiaro che cosa avviene sopra e meno chiaro che cosa avviene sotto, una locandiera che è sicuramente la rappresentazione del Don Giovanni letterario ma al femminile, con i personaggi che appariranno e scompariranno tra una moltitudine di costumi del repertorio del teatro di Goldoni. Un gioco insomma che coinvolgerà i protagonisti nel mondo caro a Goldoni, dalle maschere che se ne vanno, ai costumi del repertorio fino alle sue amate poupettes dell’infanzia.

LA LOCANDIERA
di Carlo Goldoni
Con (in ordine alfabetico) Caterina Carpio, Tindaro Granata, Mariangela Granelli, Emiliano Masala, Francesca Porrini
Scene e costumi Margherita Baldoni
Disegno luci Marco Grisa
Musiche Daniele D’Angelo
Regia Andrea Chiodi
Produzione Proxima Res

Teatro Carcano
Corso di Porta Romana, 63
20122 – Milano

Telefoni botteghino, ufficio gruppi/cral, ufficio scuole
02-55181377 – 02-55181362

Fax 02-55181355
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Pubblicato il 11 Gennaio 2017
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