L’Esodo, raccontato da chi è rimasto

Per la rassegna speakeasy sabato al Santuccio un grande monologo, realizzato dalla Compagnia del Chianti di Milano in collaborazione con il teatro di Fiume

Esodo - Speakeasy Varese

E’ curioso sentire descrivere l’Esodo Istriano dalla parte di chi è rimasto. Chi ha vissuto i racconti di chi dall’Istria se n’è andato ricorda navi, valige, punti di sbarco, spesso un paese che doveva essere il suo, secondo quel che descriveva il passaporto, ed era invece straniero, e troppo spesso ostile.

Chi c’è rimasto, però, ha cambiato, senza spostarsi di città, quattro nazioni in tre generazioni. E’ il caso di Diego Runko, autore e straordinario interprete di un monologo recitato in 4 lingue con la leggerezza di chi parla con una sola (e con grande facilità a seguirlo anche da parte degli spettatori: un interessante espediente scenico permette infatti di comprenderlo “con i sottotitoli”).

L’ESODO ISTRIANO VISTO DALL’ISTRIA

Diego Runko è istriano, più precisamente un italiano d’Istria, anche se la sua famiglia, come tutte quelle istriane, è un crogiolo di nazionalità, e anche di lingue. Ma la sua famiglia non ha partecipato all’esodo post-bellico: è una di quelle che in Istria è rimasta e tuttora vive. Non è però meno “profugo” di chi se n’è andato, facendo parte di un paese che ha avuto un secolo tribolato.

Così ha potuto raccontare una verità molto più complessa (o più semplice?) rispetto alle “versioni ufficiali”arrivate dai governi e da chi, volta per volta, si è accaparrato la questione. La lettura più efficace è infatti a partire dagli uomini, e dalle storie: da quel che hai visto, ti è successo, ti hanno raccontato. Consapevole che anche ciò che hai visto, sentito dire, elaborato è solo un pezzo che forse non spiega tutta la verità, e magari la confonde.

E’ questa la lettura dell’esodo istriano che ne dà “Esodo”, uno dei 5 monologhi del “Pentateuco” teatrale della Confraternita del Chianti, gruppo milanese che con questo progetto ha “portato a casa” premi della critica e riconoscimenti, al Teatro Santuccio sabato 4, nell’ambito della rassegna Speakeasy: far parlare della storia uno che c’era ma da “sbanfone” che esagera, distorce, stracapisce… o forse ricorda bene quell’epoca a cavallo e poco oltre la seconda guerra mondiale, quella in cui tanti giovani che improvvisamente si sono separati da parenti, vicini di casa, amici del cuore, preti di riferimento.

Un “nonno” che racconta ad un bambino (il nipote del suo migliore amico) di una data particolare, quella della misconosciuta strage di Vergarolla  che ha contribuito all’inizio dell’esodo istriano nel 1946, in una data particolare, quella della dichiarazione di indipendenza della Croazia, nel 1991.

E che in questo modo racconta quel pezzo di storia dal lato umano, ricordando con leggerezza i grandi nomi che appartengono a quella terra piena di scambi e cultura (non solo Sergio Endrigo e Alida Valli, ma anche, a suo modo, James Joyce) ma anche la difficoltà di dare un colpevole a delle brutture che arrivavano da qualunque parte, e ogni volta portate da dei nuovi “liberatori”.

UN MONOLOGO CON 5 PERSONAGGI

Un monologo che conta la bellezza di 5 personaggi recitati in tre lingue e un dialetto diversi, più almeno due personaggi “evocati” -il nipote e nonno Gildo – tanto intensamente da dover essere contati nel novero di quella piccola folla in cui lo spettatore si sente coinvolto: rendendo così con una sola eccellente prova d’attore, la complessità e il movimento di un insieme.

Vincitore del Concorso Nazionale di Drammaturgia Civile “Giuseppe Bertolucci”, Esodo è stato scritto, insieme con Chiara Boscaro e Marco Di Stefano, che è il regista dello spettacolo, dallo stesso Runko; ed è una coproduzione con il Teatro Nazionale Croato Ivan De Zajc di Fiume in collaborazione con Teatro Verdi/Teatro del Buratto di Milano.

Esodo - Speakeasy Varese
i tre autori con il direttore della rassegna Speakeasy Varese, Stefano Beghi

Purtroppo, come per tutti gli spettacoli della rassegna Speakeasy, non esiste replica: l’unica rappresentazione varesina è stata sabato 4. E’ possibile vedere “Genesi” un altro “capitolo” del progetto Pentateuco il prossimo 8 aprile, al teatro Periferico di Cassano Valcuvia .

Il prossimo appuntamento con la rassegna Speakeasy è invece il 4 marzo prossimo con “Le buone maniere” spettacolo che ripercorre la tragica storia della “banda della Uno Bianca”.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Febbraio 2017
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