“Nelle vicende del Varese non c’è alcun intervento di Rosati”

L'avvocato Amirante, difensore dell'ex presidente biancorosso, nega che quest'ultimo sia intervenuto nelle attuali vicende del club

antonio rosati stefano amirante

Non c’è la mano di Antonio Rosati dietro eventuali manovre per acquisire la maggioranza del Varese Calcio, come hanno ipotizzato quest’oggi (giovedì 23 febbraio) Gabriele Ciavarrella ed Enzo Rosa nel corso di un’infuocata conferenza stampa allo stadio di Masnago.

Ad affermarlo è Stefano Amirante, avvocato varesino e legale dello stesso imprenditore milanese (la foto li ritrae insieme), che dopo aver lasciato il Varese approdò per qualche tempo al Genoa e poi dovette fare i conti con un’inchiesta che lo portò in carcere per diversi mesi.

Amirante, in un comunicato consegnato nel tardo pomeriggio alle redazioni, risponde anzitutto per sé e poi sottolinea con forza l’estraneità di Rosati nella vicenda. L’avvocato ricorda che, dopo aver partecipato alla ripartenza del calcio cittadino e aver contribuito a recuperare coppe e trofei del vecchio Varese 1910 (poi consegnati al nuovo Varese Calcio), venne contattato da Giuseppe Armocida, presidente del consorzio che affianca l’attuale club. Amirante quindi si attivò per trovare imprenditori interessati arrivando a ricevere l’incarico di trattare per loro conto un ingresso in società. «Persone – spiega il legale – che avevo potuto conoscere durante il mio incarico nell’ambito del Varese 1910, ma fra di essere non vi era né del resto poteva esserci (viste le note vicende giudiziarie che ben conosco in quanto difensore di fiducia dello stesso), Antonio Rosati».

Da allora però questo interessamento non ha prodotto sbocchi concreti nonostante successivi contatti tra lo stesso Amirante e, in tempi differenti, Ciavarrella e Armocida. «Solo in data odierna sono stato contattato dall’avvocato Armocida per un incontro in cui mi si è rappresentata la diversa volontà di cercare investitori e non imprenditori che subentrassero nel controllo della società. Dato che questa condizione non era in linea con quanto auspicato dalle persone che rappresento ho risposto immediatamente che non vi era alcuna possibilità in tal senso».

Amirante però nega qualsiasi contatto con Paolo Basile, il direttore generale e maggiore azionista del Varese, attualmente dall’altra parte della barricata rispetto a Ciavarrella. «Non ho mai avuto l’occasione di parlare, neppure una volta, con Paolo Basile né mi è mai parso necessario farlo […] In quest’ambito Antonio Rosati non ha avuto altro ruolo che quello di spendere una parola a favore di Varese e del Varese con chi era chiamato a investire denaro ma escludo nel modo più assoluto che lo stesso abbia incontrato chicchessia in questo periodo in quanto impegnato in questioni di ben altra importanza».

DI SEGUITO il comunicato completo emesso dall’avvocato Amirante.

«In merito a quanto emerso in occasione dell’odierna conferenza stampa tenuta da Gabriele Ciavarella presso lo stadio Franco Ossola di Varese si precisa quanto segue:
Il sottoscritto avv. Stefano Amirante, dopo aver partecipato attivamente alla “ripartenza” del calcio a Varese curando (a proprie spese, anche vive) l’affiliazione della società di cui in oggetto alla Federazione Italiana Gioco Calcio e dopo aver contribuito al recupero delle coppe e dei trofei poi donati alla medesima società, la scorsa estate, messo a conoscenza dei problemi economici in cui versava il Varese Calcio da parte del Presidente del Consorzio avv. Giuseppe Armocida, si era attivato per trovare imprenditori interessati ad intervenire economicamente.
La ricerca aveva dato esito positivo ed avevo quindi, su mandato fiduciario degli stessi, iniziato a trattare per l’eventuale loro ingresso nella società con quota maggioritaria. Quando pareva si potesse trovare un accordo, che peraltro prevedeva la permanenza dei soci fondatori nella compagine sociale, ci fu un repentino cambiamento della situazione coincidente con l’evidenziarsi della figura del futuro nuovo socio di maggioranza Paolo Basile. Le persone da me contattate erano imprenditori che avevo potuto conoscere durante il mio incarico nell’ambito del Varese 1910, ma fra di essere non vi era né del resto poteva esserci (viste le note vicende giudiziarie che ben conosco in quanto difensore di fiducia dello stesso), Antonio Rosati.
Alcuni mesi dopo sono stato quindi contattato da Gabriele Ciavarella il quale, dopo avermi detto di non essere stato messo a conoscenza di quanto accaduto nel corso dell’estate, mi chiedeva se avessi o meno la possibilità di recuperare la disponibilità di imprenditori interessati a farsi carico della pesante situazione del Varese Calcio. Mi rendevo quindi disponibile a rivalutare tale ipotesi nel corso di un incontro avvenuto nello studio dell’avv. Giuseppe Armocida.
Si provò a delineare due ipotesi di soluzione e si decise di aggiornare la cosa a dopo la soluzione della complessa situazione societaria. Anche in quell’ambito chiarii che gli imprenditori interessati, attigui al mondo del calcio dai tempi del Varese 1910, erano persone di sicura affidabilità riservandomi di rivelarne l’identità al momento della trattativa concreta che non poteva prescindere da una precisa quantificazione della situazione debitoria della società.
Da allora ho avuto occasione di sentire brevemente Gabriele Ciavarella a telefono per un rapido aggiornamento.
Solo in data odierna sono stato contattato dall’avv. Giuseppe Armocida per un veloce incontro in cui mi si è rappresentata la diversa volontà di cercare investitori e non imprenditori che subentrassero nel controllo della società. Dato che questa condizione non era in linea con quanto auspicato dalle persone che rappresento ho risposto immediatamente che non vi era alcuna possibilità in tal senso.
In tutto questo tempo non ho mai avuto l’occasione di parlare, neppure una volta, con Paolo Basile né mi è mai parso necessario farlo facendo riferimento a quanto mi veniva rappresentato da parte dei miei interlocutori.
Nell’ambito di tutto quanto riportato Antonio Rosati non ha avuto altro ruolo che quello, semmai, di spendere una parola a favore di Varese e del Varese con chi era chiamato a investire denaro per recuperare una situazione che, ormai è notorio, è estremamente difficile e che rischia di cancellare il calcio da Varese. Escludo nel modo più assoluto che lo stesso abbia incontrato chicchessia in questo periodo in quanto impegnato in questioni di ben altra importanza.
Dispiace oggi quindi leggere quanto detto da Gabriele Ciavarella nell’ambito di una, mi si permetta il termine, “bega societaria” che non solo non riguarda me né tantomeno il mio amico e assistito Antonio Rosati, ma che non fa altro che aumentare il dispiacere per quanto sta accadendo da qualche anno a questa parte intorno al calcio a Varese.
Apprendo però che la mia proposta “non sarebbe stata neppure presa in considerazione” e di questo ringrazio per la chiarezza, a lungo attesa, ma ora cristallina.
Tanto si doveva per dovere di chiarezza».

Avv. Stefano Amirante

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Febbraio 2017
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