Vogliamo un logo che faccia la storia
Trenta gli elaborati arrivati sino ad ora in risposta al nostro bando. Ma ne vogliamo molti di più e soprattutto belli e importanti come quelli che raccontiamo qui

Ci sono loghi che ormai “vivono di vita propria”. Basta un’occhiata per capire di cosa stiamo parlando ed identificare l’oggetto che il logo rappresenta.
Dire che vorremmo fosse disegnato un logo così per i nostri vent’anni forse è eccessivo ma non neghiamo che ci piacerebbe tanto.
Fino ad oggi i loghi arrivati in risposta al nostro bando (scadenza 31 marzo, mille euro al vincitore) sono una trentina. Ma ne vogliamo molti di più. A questo link trovate il bando e le istruzioni per partecipare .
Ma quali sono i loghi che hanno fatto la storia?
Ne abbiamo scelti alcuni tra i più rappresentativi.
Partiamo da quello celeberimmo della Nike: il cosiddetto “swoosh” di Nike fu creato da Carolyn Davidson nel 1970 che impiegò quasi 18 ore per il disegno e le venne pagato 35 dollari (qui la storia tratta dall’articolo de Il Post).
L’altro è senz’altro il logo della Coca Cola: quando John S. Pemberton ideò la ricetta della sua bevanda nel 1886 voleva che la scritta “Coca-Cola” fosse scritto con un adattamento del corsivo Spencerian, un carattere tipico di quel tempo, e sottopose il risultato al giudizio dei dipendenti dell’azienda. Il consenso fu unanime e, da allora, tutti iniziarono a utilizzarlo (qui la storia dell’evoluzione del logo Coca-Cola).

E sapete che il logo del più famoso lecca lecca del mondo, il Chupa Chups fu disegnato niente meno che da Salvador Dalì? Seduto in un bar all’aperto, un giorno del 1969, Salvador Dalí, scarabocchiò furiosamente sulle pagine di un giornale e, nel giro di un’ora, era nato il famoso logo margherita. Dalì pretese che il logo fosse posizionato sopra il lecca lecca in modo che fosse visibile per intero (qui la storia del logo).

E vogliamo parlare del famoso cane a sei zampe? Il cane a sei zampe fu scelto perché rappresentava una sintesi grafica che esprimeva forza, energia e ottimismo, valori che l’Italia stava vivendo con il suo miracolo economico (era il 1952). Fu il frutto di un bando aperto a tutti gli italiani, insomma un po’ come il nostro. (la storia del marchio Eni) .

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