Da Google, nell’olimpo della Silicon valley

Tre appuntamenti di grande livello per l'ultima giornata di studio per la missione di Confindustria Lombardia e Univa: lo studio Orrick, Google e la Nebbiolo techonologies

Lombardyusa

Qui le regole sono chiare e la giustizia agisce nel giro di settimane e non anni. L’avvocato negli Stati Uniti è una figura molto diversa da quella a cui siamo abituati in Italia. Nella Silicon valley la cosa poi è ancora più definita.

Lo spiega molto bene Matteo Daste dello studio Orrick. Siamo tornati a fargli visita per farci raccontare alcune case history. Da quelle emerge il ruolo di questo professionista che non assiste il cliente sulle sole questioni legali, ma lo accompagna in tutte le azioni fondamentali della vita dell’azienda a partire dalla ricerca dei soggetti che gli daranno i capitali.

Dal centro di San Francisco a Mountain view ci vuole circa un’ora. Come Cupertino richiama la Apple, Menlo Park Facebook, così quel luogo è ormai sinonimo di Google. L’impatto è un po’ diverso perché questa corporation si è espansa in tantissime direzioni a causa della crescita esponenziale di addetti. Nella breve visita al quartiere generale siamo stati accompagnati da Edoardo Mainella che lavora in Google da tredici anni.

L’ultima tappa era la più attesa e le aspettative non sono andate deluse. Flavio Bonomi è un personaggio ben conosciuto anche in Lombardia. Ha un curriculum notevole con tanti anni di lavoro alla Cisco. Ha poi fondato la Nebbiolo technologies.

“La nebbia qui è una cosa buona, – racconta ai suoi interlocutori – senza questa qui sarebbe deserto. Fog computing, il nome del mio progetto è un mix tra questa e il vino che tanto amiamo. Il futuro del 4.0 è estrarre dati, analizzarli subito modificando le cose che servono. L’architettura Fog tiene conto dei tanti problemi dei processi industriali facendoli convergere e risolvendoli. Tanti software diversi che non si parlano, dati difficili da estrarre, questioni di sicurezza. Un oggetto solo fa convergere tutto in una macchina”.

La sua intuizione inizia a muovere seriamente i passi e ha aperto già diverse collaborazioni a notevoli livelli. In Italia è la Fiat il suo primo cliente. Bonomi è convinto che il suo progetto avrà un grande successo e avverte chiaramente i cambiamenti.

Un incontro nelle corde di tanti imprenditori che forse hanno anche un po’ gioito nel sentire parole molto sprezzanti e critiche nei confronti dei nuovi guru, “ragazzetti senza consistenza che usano solo parole difficili per tirarsela”. Bonomi punta invece su un prodotto che risolva diversi problemi a chi si occupa di fabbriche, manifattura, servizi e non pensi solo a far soldi con movimenti finanziari.

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Marco Giovannelli
marco@varesenews.it

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Pubblicato il 09 Aprile 2017
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