La siccità fa paura: “Situazione peggiore del 2007”
Le scorte d'acqua sono ai minimi, ancora più basse dell'anno critico di riferimento. E il Lago Maggiore rischia di tornare a sprecare preziose scorte

Nel sistema di misurazione delle scorte d’acqua il 2007 viene classificato come anno critico di riferimento. E’ stato l’anno in cui la somma delle disponibilità nevose e di acqua raccolta negli invasi è stata la più bassa. Ma questo 2017 è ancora peggio di quell’anno.
I DATI
Nei giorni scorsi Arpa ha diffuso un bollettino straordinario per aggiornare la situazione della siccità e i dati sono molto preoccupanti. Il manto nevoso sulle Alpi ammonta a 562 milioni di metri cubi, un numero che scritto nero su bianco potrebbe sembrare elevato, ma che invece è del 62% più basso rispetto alla media degli ultimi 10 inverni. Anche rispetto al 2007 il dato è molto più basso e si ferma a quota -30%.
Un dato opposto è invece quello dell’acqua all’interno dei bacini che è di qualche punto percentuale sopra la media del decennio e di addirittura del 35% più alto rispetto al 2007. Ma questo valore non deve ingannare. Le alte temperature di questi mesi hanno già sciolto la (poca) neve caduta in quota, andando ad erodere la scorta che in estate rifornisce i laghi.
E così, alla fine, la conclusione di Arpa è questa:
Il totale della riserva idrica invasata nei grandi laghi e sotto forma di SWE (manto nevoso, ndr) risulta inferiore sia alla media del periodo (-45.7%) e sia rispetto ai quantitativi, alla stessa data, del 2007 (-9.5%).
LAGO MAGGIORE
Il dato del Verbano -condiviso da Lombardia, Piemonte e Svizzera- non rientra in questo conteggio di Arpa, ma sulla base dei dati raccolti dalla rete di monitoraggio anche qui la situazione non è delle migliori. Dalla fine di marzo, quando il livello del lago aveva toccato i 24 centimetri sopra lo zero idrometrico, l’altezza dell’invaso è cresciuta fino ad arrivare ai 112 centimetri di oggi. Il problema ulteriore è che se il livello dovesse salire ancora l’acqua rischia di finire sprecata.
Il Ministero dell’Ambiente non ha infatti ripristinato la sperimentazione che fissa ad un metro e mezzo sopra lo zero anche il livello estivo del bacino. E quindi se l’acqua supererà 1,25 metri inizierà ad essere scaricata nel Ticino, senza immagazzinarla. Un problema non indifferente se si pensa che quei 25 centimetri di lago possono immagazzinare 100 miliardi di litri di acqua.
LE PREOCCUPAZIONI
Una situazione così delicata che sta facendo suonare i primi campanelli d’allarme. Coldiretti ha già espresso le sue preoccupazioni verso una stagione che potrebbe preannunciarsi molto difficile, dopo anni che non sono stati semplici. E’ infatti da due anni che la scarsità di precipitazioni invernali si somma ad estati molto siccitose, con effetti collaterali molto rilevanti: nel 2015 i canali di Expo -quelli che rifornivano d’acqua anche l’Albero della Vita- rischiarono di rimanere a secco mentre l’anno scorso l’acqua erogata nel Ticino era così poca che in alcuni tratti il fiume -primo affluente del Po- si riusciva ad attraversare a piedi.
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Mi fa molta più paura la solità mentalità italiana che non riesce mai a prevenire una emergenza, che si affida ancora alla danza per la pioggia per poi lamentarsi che piove durante i ponti festivi ed alla fine arriverà a luglio totalmente impreparata con le scorte idriche ridotte ad un rigagnolo ed il Ticino completamente a secco.
Questo è molto più distruttivo.
Purtroppo è tutto drammaticamente vero! In pratica sono circa 5 mesi che non si vedono perturbazioni atlantiche foriere di benefiche piogge e la pochissima neve sui monti si è ormai fusa quasi tutta, ergo: prepariamoci ad un’estate da incubo e con grossi problemi di approvvigionamento idrico. Un tempo la primavera portava la “scorta” d’acqua indispensabile per affrontare la stagione calda tranquillamente, ora è tutto cambiato… Non è essere catastrofisti ma solo realisti! Spero solo di essere smentito clamorosamente!