Come vanno le cose nelle “zone di degrado” a Gallarate
Sono punti che, dopo anni di polemiche, sono ormai etichettati così dagli stessi abitanti. Come è cambiata la situazione?

Nell’arco degli ultimi anni sono diventate le “zone di degrado” di Gallarate. Sono vie e piazze della città dove si presentano problemi più o meno evidenti e ricorrenti, legate in particolare a presenza di persone in piazza. La definizione di aree degradate è una etichetta generica e discutibile, ma sta di fatto che anche diversi residenti delle singole zone le definiscono spesso così. E il tema è stato richiamato più volte anche dalle forze politiche, in particolare da Lega Nord e Fratelli d’Italia (in modo polemico dall’opposizione, poi in modo diverso in maggioranza). A distanza di quasi due anni dall’ultimo “monitoraggio”, facciamo il punto della situazione e delle risposte.
Partiamo dalla piazza della stazione, luogo problematico non negli ultimi lustri, ma ormai da diversi decenni, almeno dal boom dell’eroina negli anni Ottanta. Qui l’amministrazione ha disposto il presidio fisso della Polizia Locale, che viene garantito in orari diurni, di solito con postazione mobile. L’area stazione è inoltre individuata come area “off limits” per chi incorre nel Daspo urbano, istituito dal governo centrale e applicato a Gallarate. Rispetto al 2015, meno problemi sono segnalati nella piazza, mentre più frequenti sono assembramenti nella attigua via Beccaria. In fondo alla via la “scalinata Liberty” è spesso sporca e usata come orinatoio a cielo aperto, come ha dovuto notare nuovamente anche un assessore. È un peccato, perchè la scala era stata anche restaurata con il bilancio partecipato (purtroppo è stata deturpata da una scritta contro il Daspo Urbano, presente da mesi sul bene pubblico).

Altra zona “calda” al centro di mille segnalazioni e lamentele è quella di via Ivrea, punto di ritrovo all’aperto di diversi gruppi (prevalentemente sudamericani), con abbondanti libagioni di bevande alcoliche. Negli ultimi mesi il gruppo si vede meno, essendosi spostato nella zona dietro la stazione, ma non sono mancate ulteriori segnalazioni di residenti esasperati, tra qui e viale Milano, e – soprattutto – un episodio grave, l’aggressione ad un commerciante in viale Milano, primo episodio in zona che tocca fisicamente una persona.
Alla questione di via Ivrea è collegato invece l’emergere di qualche problema in via Venegoni: una parte delle persone che si trovavano in via Ivrea si è trasferita in un locale all’altezza delle “scalette” vicino al sottopasso. C’è qualche problema di rumore notturno ma c’è stata anche una rissa (per questo il locale è stato chiuso 15 giorni per rissa). Via Venegoni, tra le strade vicine alla stazione, rimane comunque una via più tranquilla: negli ultimi anni hanno riaperto alcuni spazi commerciali, che si aggiungono ai pochi esercizi storici della via.
foto di piazza Risorgimento di notte, dopo che i rifiuti sono stati sparsi nel corso di litigi e giochi sulla stradaL’alberata piazza Risorgimento, nel 2015-2016, era stata una delle zone più segnalate, perché era diventata – un po’ d’improvviso – punto di raccolta di persone con dipendenza da alcol e – secondo i residenti – anche luogo di spaccio. L’amministrazione Guenzani aveva risposto ridefinendo il verde (cespugli più bassi per aumentare la visibilità) e con la creazione di un giardinetto con giochi per bambini, con l’idea di rendere la piazza più frequentata. Dopo l’apertura del parco giochi, dall’estate scorsa in effetti è aumentata la presenza di famiglie con bambini, specie nel fine settimana e nel tardo pomeriggio, ma in estate anche a tarda ora. L’uso corretto della piazza convive però ancora con la presenza di persone con problemi di dipendenza e abuso di alcol (stranieri e italiani, alcuni con dipendenze da anni), con conseguenti problemi di schiamazzi, sporcizia da rifiuti e una generale percezione d’insicurezza . A volte si rivela invece più problematica la situazione sul lato della chiesa di San Francesco, per ragioni di ubriachezza molesta e di schiamazzi notturni.
Dal centro ci si sposta in primissima periferia. Tra le altre zone al centro delle lamentele c’è anche via Pacinotti: qui le Officine ferroviarie, abbandonate da 20 anni e in attesa di “valorizzazione” da parte del Gruppo FS, sono da quasi dieci anni alloggio di fortuna per numerosi senzatetto, per lo più cittadini rumeni (comunitari, in alcuni casi presenti da diversi anni). Da tempo non si registrano più gli incendi all’interno della struttura dismessa, mentre la presenza e le condizioni delle persone all’interno rimangono più o meno gli stessi del 2015. I residenti lamentano anche l’abbandono costante di rifiuti sotto al viadotto della Mornera.

Non è invece problematica, in via Pacinotti, la convivenza con il piccolo gruppo di persone che vive a bordo di un camper messo a disposizione da un privato. Nell’ultimo anno c’è stato però anche un episodio particolare: è stato arrestato qui – proprio nei dintorni della Mornera e degli alloggi di fortuna – un ricco “protettore” che portava in Italia giovani ragazze rumene e le costringeva a prostituirsi.
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