Il “buco nero” nel cuore di Gallarate
Mentre si smontano i ponteggi sulla rinnovata "Loggetta di San Pietro", spicca l'abbandono ormai ventennale della zona tra la chiesetta e Palazzo Minoletti, tra graffiti e usi "impropri". Ma esiste un progetto per risanare questa zona?

Senza scomodare la banale definizione di “salotto”, di certo si può dire che piazza Libertà resta il cuore della città di Gallarate, indiscusso. “La” piazza, come si dice con una definizione ultrasintetica che chi abita in una grande città non può capire. Eppure, nel cuore della città di Gallarate, c’è un angolo dimenticato e nascosto, senza alcun fascino ma che ormai non desta neppure più stupore: è la microscopica “piazzetta San Pietro” (sic la targa in marmo), anonimo spazio tra la pregevole chiesetta romanica e il discusso Palazzo Minoletti, semiabbandonato da anni.
Graffiti, sporco e “usi impropri” (dal parcheggio provvisorio alle funzioni corporali) caratterizzano questo piccolo angolo che – si diceva – da un lato è seminascosto e dato ormai per scontato nel suo degrado, dall’altro è comunque nel cuore della piazza e a fianco a pregevoli edifici. Se ne parlava in piazza, di venerdì 8 settembre, tra i curiosi che osservavano gli operai che smontavano i ponteggi della Loggetta San Pietro: edificio storico, restaurato e rinato con nuove funzioni. La rinnovata dimora storica sembra quasi far risaltare il brutto che l’accompagna su uno dei tre lati: di fronte la chiesetta e la piazza dove ci si incontra, su un lato i portici con negozi, sull’altro il “buco nero” della piazzetta completamente dimenticata.

Ora, è lecito domandarsi: se i privati investono, quando lo farà il pubblico? Ovvio che si debba bussare alle porte del municipio, che non solo si occupa della pubblica via, ma è anche proprietaria dell’edificio attiguo e più “problematico”, cioè Palazzo Minoletti, l’ex casa del fascio comprata dal Comune. Il sindaco Andrea Cassani spiega di aver ripreso in mano la pratica in questi giorni: «Stiamo pensando a come poter riqualificare quell’angolo buio di Gallarate, anche in sinergia con i proprietari della Loggetta. «A breve Telecom toglierà la cabina telefonica ormai indecorosa. La nostra idea è che si potrebbe chiudere nelle ore notturne la zona delle scale sul retro di Palazzo Minoletti» (luogo di ritrovo serale).
Ma il Palazzo Minoletti, rimarrà così? È una domanda che è stata posta più volte anche dall’opposizione di centrosinistra e dalla civica Gallarate 9.9, che hanno criticato l’abbandono delle prospettive di recupero progressivo di questo come di altri beni comunal. Se la giunta Guenzani aveva iniziato a recuperare alcuni ambienti soprattutto al piano terra e aveva fatto rimuovere i graffiti dalla facciata, l’orientamento della giunta Cassani è andato in tutt’altra direzione: una delle prime decisioni nell’estate 2016 fu spostare l’infopoint in municipio e richiudere le porte del palazzo di piazza Garibaldi. E oggi fuori da Palazzo Minoletti campeggia ancora la pubblicità della stagione di musica classica di due anni fa. E ora, che si fa? L’idea di Cassani rimane quella di attrarre un investitore che usi gli spazi del Palazzo: «Spero entro fine settembre-inizio ottobre di arrivare a pubblicare la richiesta di manifestazione d’interesse, per capire se c’è un interesse di chi aveva ipotizzato qualcosa lì dentro». Il sindaco dice che non si vuole «speculare» e che anzi eventuali interventi di recupero del palazzo potrebbero «andare a scomputo dei canoni di locazione».

Davvero potrebbe farsi avanti qualche grande investitore? È una prospettiva che oggi l’amministrazione rilancia, come ha rilanciato nelle scorse settimane l’ipotesi di un investitore – forse una scuola privata, subentrata all’idea di casa di riposo – pronto a prendere in mano le ex scuole di via Bottini (il progetto di biblioteca targato Guenzani è stato cassato dalla giunta Cassani appena insediata, estate 2016). C’è chi – per Palazzo Minoletti – rimpiange l’idea che era stata avanzata dieci anni fa o poco più: «Se fosse stato realizzato il progetto di biblioteca voluto da Mucci, oggi avremmo una realtà che funziona, in pieno centro» dice, quasi con nostalgia, Maurizio Occhipinti, presidente del Consorzio Bibliotecario Panizzi (che era critico con il progetto-Bottini di Guenzani) «Certo, avrebbe bisogno già di qualche aggiornamento, più sul piano dell’organizzazione interna che non sulla struttura. Ma almeno ce l’avremmo qui». Il progetto targato Mucci era stato presentato nel 2008, se ne persero le tracce nel crepuscolo del centrodestra targato PdL, finì poi accantonato dalla giunta Guenzani (che sollevava perplessità strutturali sull’edificio, nel sostenere il peso dei libri, ma che pure l’aveva preso in considerazione). Il centrosinistra preferì la strategia dei “piccoli passi” nel recupero degli spazi un pezzo alla volta: Palazzo Minoletti, già Casa del Fascio, ospitò anche una mostra su se stesso, divenne frequentato come emeroteca e infopoint. Poi – come detto – nuovo cambio di giunta e nuovo cambio di rotta.

Pare che ogni cinque anni, tra piazza Garibaldi e San Pietro si debba ripartire da capo o quasi, tra ripensamenti, accuse, ragioni e sentimento di rivalsa, marcia indietro e rimpianto. Si vedrà, per Palazzo Minoletti (di sicuro qualcuno ri-tirerà fuori per l’ennesima volta la proposta di abbatterlo, pensando di essere abbastanza furbo da gabbare in qualche modo la Sovrintendenza).
Nel frattempo, c’è da augurarsi che si rimetta mano almeno alla piazzetta sul retro, il “buco nero” che sta accanto alla chiesetta romanica monumento nazionale. Anche solo con una mano di vernice antigraffiti e un minimo rifacimento della pavimentazione.
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… in effetti … per trovarsi nel salotto di Gallarate fra piazza Garibaldi e piazza Libertà … vedendo spesso celebrarsi matrimoni ed eventi culturali …
Ipotesi di lavoro intorno a palazzo Minoletti
1. Eliminare i parcheggi accanto all’edificio (retro compreso).
2. Ripulire e animare il portico accanto.
3. Spostare la giostra in piazza Guenzati (nasconde l’abside della chiesetta).
4. Collocare l’edicola in piazza al posto della giostra (come era ai tempi sotto la Crocetta).
5. Rifare il verde.