Gualtiero Marchesi lascia il rettorato della scuola internazionale di cucina per dedicarsi a Varese
Il maestro si dedicherà al progetto di una casa di riposo per cuochi e del laboratorio del gusto che nasceranno grazie ad uno storico accordo tra il Molina e la Fondazione Marchesi

Gualtiero Marchesi non è più il rettore di Alma. Il maestro lo ha annunciato ufficialmente durante il discorso per l’inaugurazione dell’Anno Accademico della prestigiosa Scuola Internazionale di Cucina Italiana.
La scelta di Marchesi è determinata dalla volontà di dedicarsi completamente al suo nuovo progetto che sorgerà proprio a Varese. Si tratta di una casa di riposo per cuochi e del laboratorio del gusto che nasceranno grazie ad uno storico accordo tra il Molina e la Fondazione Marchesi.
LA CASA DI RIPOSO PER CUOCHI: IL PROGETTO
Il timonedi Alma, la storica scuola che ha formato i migliori chef italiani sotto il nome del maestro, viene così affidato a un comitato scientifico presieduto da Enzo Malanca, Gualtiero Marchesi, Andrea Sinigaglia e Matteo Berti.
Ecco il discorso integrale di Marchesi:
Cari studenti, cari docenti, cari amici,
posso dire, senza esagerare, ma con orgoglio, che se Alma è,
lo è anche per merito del sottoscritto.
Non so se è stato più un parto o una paternità. Forse le due cose insieme.
Mi sento madre e anche padre di questa bellissima scuola.Qui, si viene a imparare le basi del mestiere, ad apprendere le tecniche con cui lavorare per rendere merito e per fare grande la cucina italiana. Si può fare qualcosa di grande solo se si studia sodo e si pratica senza sosta il mestiere. Lungi da me e lungi da noi, però, l’idea di creare esclusivamente dei tecnici.
La cucina a cui ho sempre aspirato è la cucina della forma e della materia., la cucina intesa come cultura e come linguaggio per esprimere il meglio di se stessi.
Non basta la padronanza della tecnica, occorre anche una sensibilità per le cose belle e la curiosità per il mondo.
Vi auguro di conquistare quella per affermarvi attraverso le altre due.Per me è arrivato il momento di dedicarmi a qualcosa che mi sta molto a cuore.
Un progetto che coltivo da tempo e che sta per nascere. Sentivo il bisogno di dar vita, sul modello della Casa di riposo dei musicisti, anche a una Casa di riposo dei cuochi. Sono molte le analogie tra i due mestieri, la ricetta è in fondo uno spartito e la nostra categoria è formata da due livelli di preparazione: i bravi esecutori e i buoni compositori.
Sapete già che a loro aggiungo sempre un terzo livello: l’artista. Raro, ma capace di proiettare la cucina sul piano degli altri linguaggi artistici. Come è giusto che sia.Per dedicarmi al mio nuovo progetto lascio la carica di Rettore.
Una scelta che arriva quando Alma stessa non ha più bisogno di una simile figura.
Per i successi fin qui ottenuti e per i nuovi obiettivi che si è data – corsi di sala e di sommellerie, tanto per citarne due – ha più bisogno di un Comitato Scientifico.
Un guida collegiale, esperta nei singoli settori. Non vi abbandono del tutto, perché anch’io farò parte di quel Comitato.Siamo a una svolta, viviamo oggi uno di quei momenti di crescita che mettono addosso una gran voglia di fare e provocano una giusta dose di adrenalina.
Io vi ringrazio per avermi sopportato come Rettore e per avere la pazienza di ascoltare con attenzione il pensiero di Toulouse Lautrec, un pittore che la sapeva lunga sulla cucina e sulla vita:
“In ogni arte e ciò vale anche per la cucina, la grande raffinatezza consiste nella sintesi e nella semplicità; evidentemente bisogna rifarsi alla tradizione, ma bisogna anche dimenticarla senza tuttavia tradirla per ignoranza, negligenza e per non volerne tenere conto.
È così che si diventa dei cuochi senza pregiudizi, degli anarchici che nella confezione di un piatto rispettano esclusivamente
la legge dell’equilibrio, imposta dalla natura”.Vi saluto e vi abbraccio tutti
Gualtiero Marchesi
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