Siamo tutti Anna Frank

Condividiamo l'editoriale di Mario Calabresi, direttore di Repubblica, che condanna l'ennesimo atto vile della tifoseria laziale, che questa volta tocca una delle icone della lotta al nazismo, Anna Frank

varie

I santini e gli adesivi con l’immagine di Anna Frank con la maglia della Roma distribuiti allo stadio Olimpico di Roma in occasione dell’ultima partita casalinga della Lazio è solo l’ultimo, triste, atto di una “tifoseria” che negli anni si è macchiata di reati e gesti indegni di ogni tipo: da striscioni odiosi come “Onore alla Tigre Arkan” o “Squadra de negri, curva d’ebbrei” fino ai cori contro ebrei e persone di colore che costano sistematicamente squalifiche alla Curva Nord, quella degli Irriducibili, gli ultras laziali considerati una delle tifoserie più “nere” del mondo.

Anche la scorsa domenica la Nord era squalificata, ma il presidente laziale Lotito, che di facciata è in perenne scontro con la frangia più estrema del tifo biancoceleste, ha offerto loro l’ingresso in Curva Sud a 1 euro.

Condividiamo l’editoriale di Mario Calabresi, direttore di Repubblica, perchè passare sempre sopra questi gesti di pochi imbecilli non deve più essere la prassi, non deve più essere tollerato, dentro e fuori da uno stadio.

L’idea che l’immagine di Anna Frank possa essere utilizzata per insultare qualcuno è talmente arretrata e grottesca da squalificare per sempre chi l’ha pensata. Quel volto è nei cuori di ogni studente che abbia letto il suo Diario e l’abbia avuta come ideale compagna di banco: quella ragazzina ci ha raccontato non la sua morte ma la vita, i sogni, le speranze, il futuro sebbene si trovasse nel cuore della notte dell’umanità. Grazie a lei generazioni hanno compreso cosa è stato il nazismo, cosa abbia significato vivere nascosti, essere deportati e morire in un campo di sterminio.

Quando ieri sera al giornale abbiamo visto la sua foto con la maglia della Roma, usata da un gruppo di ultrà della Lazio per infamare gli avversari, ci siamo indignati come tutte le volte che ci troviamo di fronte alla banalità del male. Ma questa volta abbiamo pensato che è necessario fare un passo in più.

Come è diventato possibile che Anna Frank sia considerata un modo per offendere? Ribaltiamo i piani, restituiamole il suo valore, trasformiamola in un omaggio, non lasciamola sola e in mano all’ignoranza. E allora Anna Frank siamo tutti noi, può e deve avere la maglia di ogni squadra, essere parte della nostra vita. Ogni club dovrebbe farne una bandiera, per rispondere senza esitazione alla deriva degli estremisti delle curve.

Soprattutto oggi che non solo una parte delle curve degli stadi ma una parte della società sta diventando ricettacolo di razzismo, antisemitismo e xenofobia. Perché Anna è la ragazzina che non ce la fa a sopravvivere fino alla Liberazione. Il suo Diario è la trama di una vita spezzata, che diventa parte della vita di tutti noi. Riprendiamocela, non lasciamola nelle mani di chi vuole calpestarla ma continuiamo a leggerla e a dedicarle strade, scuole e  biblioteche.

Da Repubblica

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 24 Ottobre 2017
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.