Lite familiare, l’omicida è parte offesa

Il cognato di Alessandro Argenziano è stato assolto per minacce. L'uomo, già condannato per l'omicidio di Stefania Amalfi, era parte offesa

Giallo Argenziano

Alessandro Argenziano, l’uomo condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della moglie Stefania Amalfi a Varese, è comparso oggi in tribunale come parte offesa in un processo per minacce: l’uomo aveva querelato il fratello della moglie a causa di un dissidio relativo alla polizza assicurativa che la Amalfi aveva cointestato al marito.

Un passaggio della vicenda che è stato decisivo nell’indicare il movente dell’omicidio nel processo in corte d’assise, ma che in questo caso era trattato da un punto di vista opposto. Argenziano lamentava che il cognato lo voleva indurre a revocare quella polizza e lo avrebbe minacciato.

Il giudice Anna Azzena ha però assolto l’imputato e dunque non c’è stata la condanna al contrario, cioè i parenti di Stefania Amalfi, parte civile nel processo per omicidio, non sono finiti dall’altra parte della barricata come condannati per atti di carattere penale nei confronti dell’Argenziano. L’uomo è apparso ingrassato ma lucido, ha anche ribadito di avere delle turbe psicologiche ma ha ricordati in aula che è stato dichiarato dal tribunale in grado di intendere e di volere.

Roberto Rotondo
roberto.rotondo@varesenews.it
Pubblicato il 01 Dicembre 2017
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