Tognazzi e Elena Sofia Ricci in scena con “Vetri rotti”

Lo spettacolo è andato in scena martedì 27 febbraio al teatro di Piazza Repubblica: i due attori convincono nell'interpretazione, ecco la recensione

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È andato in scena martedì 27 febbraio, al Teatro Apollonio, la pieces teatrale “Vetri rotti” di A. Miller con Elena Sofia Ricci nei panni di Silvia, e Gianmarco Tognazzi in quelli del marito Philip per la regia di Armando Pugliese.

Il testo teatrale intreccia il dramma della notte dei cristalli del 1938 – in cui un’azione dei nazisti portarono alla morte di centinaia di ebrei, alla distruzione di migliaia di negozi ebrei e sinagoghe – con le dinamiche di una coppia di ebrei naturalizzati americani in cui lui fatica a riconoscere la propria identità ebraica e la vive in modo ambivalente, mentre lei – impressionata dall’accaduto – rigurgita l’amarezza della sua scelta di vita: da capo contabile a casalinga e madre.

Affetta da paralisi isterica, rifiuta il ruolo di donna sacrificale che riassetta la casa, prepara il mangiare e provvede al marito, cosa che genera lagnanze in Philip. Ci è sembrata molto riuscita la resa dei due attori nella scena clou del loro chiarimento in camera da letto, svoltasi durante il secondo atto.

Lì, Tognazzi riesce finalmente ad instaurare un dialogo autentico con la moglie (interpretata da Elena Sofia Ricci), inferma a letto. Una scena in cui entrambi hanno dato il massimo. Tognazzi ci è parso molto convincente anche durante il primo dialogo tra Philip ed il suo datore di lavoro in cui compaiono i primi segni dell’infarto che lo porterà ala morte. La Ricci, nella scena finale in cui assiste alla morte del marito – che le muore sotto gli occhi – dove, nel tentativo di soccorrerlo, si alza in piedi, meravigliata essa stessa della riacquistata deambulazione.

Molto suggestiva la sceneggiatura, che ha visto gli attori recitare per la maggior parte del tempo su di un ulteriore palco sopraelevato dalla scena, su cui erano posizionate solamente delle sedie laterali ed un pannello centrale che, con dei tiranti, rendeva possibile i vari cambi di scena: dalla casa dei coniugi, all’ambiente di lavoro di Philip, alla stanza da letto: una realtà nella realtà. Ci è parsa poco consona la scelta musicale, in qualche momento poco consona alle scene.

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Pubblicato il 01 Marzo 2018
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