Per bambini e ragazzi in difficoltà nasce la “Casa sull’Albero”
Inaugurata la struttura del Piccolo Principe per aiutare ragazzi e famiglie a risolvere i propri problemi e facilitare le adozioni. Un progetto realizzato a tempi di record grazie a Only The Brave Foundation e Marni
C’è un ampio salone, una cucina comune, un giardino e tante stanze. E’ la Casa sull’Albero, un posto dove «adolescenti in bilico potranno giocarsi un’ultima carta fatta di cura della relazione, di presa in carico terapeutica e di sostegno psicopedagogico alla genitorialità». E’ con queste parole che Patrizia Corbo, presidente della onlus Piccolo Principe, presenta la nuova realtà che è stata inaugurata a Busto Arsizio mercoledì 11 aprile.
La Casa sull’Albero è un progetto pilota a livello nazionale che procederà su un doppio binario. Da un lato ci sarà un centro diurno «in cui i ragazzi con problematiche in famiglia saranno seguiti dai nostri operatori e in questo luogo troveranno un posto di sollievo e tregua» racconta Claudia Dato, la vicepresidente del Piccolo Principe, che precisa come «in questo modo interverremo in modo veloce e precoce, per evitare i momenti di rottura totale». Un percorso che sarà sempre «a stretto contatto con le famiglie» ma che potrebbe prevedere anche dei «brevi momenti di distacco e proprio per questi ci sono le camere».
Ma quelle camere serviranno anche ad altro, ad accogliere e aiutare i genitori che intraprendono il percorso dell’adozione a familiarizzare con i ragazzi. Se infatti in Italia sono circa 33.000 i minori allontanati dai genitori quasi il 40% dei casi di affido o adozione non va a buon fine. «Con queste stanze noi potremo agevolare l’incontro tra genitori e bambini -continua Claudia Dato- aiutando ad esempio quelli che vengono da lontano».
Un progetto impegnativo e innovativo, realizzato in tempi record grazie al contributo di Only The Brave Foundation, la onlus del gruppo OTB fondata dall’imprenditore Renzo Rosso e che raccoglie marchi come Diesel, Maison Margiela, Viktor&Rolf e Marni, brand che ha contribuito direttamente. «A cosa servono i soldi se non si possono aiutare le altre persone» si chiede Arianna Alessi, direttrice della fondazione che quindi dice che «quando ci è stato presentato questo progetto abbiamo deciso di finanziarlo immediatamente: case come queste, in cui senti amore e l’affetto di una famiglia, ci riempiono il cuore».
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